giovedì 5 marzo 2009

Stop al panico! ...solo su Porta a Porta.

L’ho sempre detto: il Ministro della Paura merita di diventare Presidente del Mondo. Il suo futuro ricco di delizie è solo un modello da raggiungere al più presto. Ecco perché possiamo gridare tutti insieme: più psicofarmaci per tutti. Peccato non averlo visto nello studio di Porta a Porta, sicuramente ci avrebbe reso partecipi dei suoi spunti, della sua cultura, di come la nostra società sia in continua ricerca di una felicità data solo dagli psicofarmaci. E qualcuno potrebbe obiettare: si ma, ieri da Vespa, c’era anche uno psicologo posizionato contro l’utilizzo degli psicofarmaci, ma la risposta è presto detta: sei libero di non assumerli, ma sicuramente ti faranno bene, almeno questo è stato il messaggio spedito nella testa della gente. Vedere infatti trattare a Porta a Porta un argomento così delicato, come gli attacchi di panico, è stato “proficuo” e “fruttuoso”, un servizio pubblico utile, che ha riempito lo spazio della seconda serata col solito tocco da cerebrolesione che rende di una tinta monocromatica la stragrande maggioranza dei programmi Mediaset-Rai. Da ignorante non so dire quanto sia stata “precisa” quella trasmissione, dovrebbe esser un neurologo o uno psicologo a esprimere un giudizio tecnico, di certo, quelli che stavano ieri sulle bianche poltrone di Vespa, non hanno dato un grande esempio di ricerca scientifica: da una parte Crepet (lo psicologo contro i farmaci), dall’altra Sorrentino (il neurologo a favore dei farmaci). Ognuno dei due esperti proponeva le sue idee, le sue posizioni. Personalmente mi ritrovavo in tutti e due le forme di ragionamento, nessuno dei due, in fin dei conti, diceva cose sbagliate, ognuno aveva delle basi solide su cui poggiare le proprie tesi; erano entrambi, almeno dal mio punto di vista, esperti in ciò che dicevano; sarebbe stato bello se, intorno a un tavolo senza Vespa, avessero discusso e si fossero allineati su obiettivi comuni.
Invece, un argomento così serio, veniva trattato come fossero beghe condominiali, alla stessa maniera di come poi i vari Vespa e Matrix trattano anche l’energia nucleare, i diritti di sciopero, l’immigrazione, le politiche sulle droghe, l’inquinamento, la sicurezza sul lavoro, e tutti gli argomenti più delicati; e se da una parte c’era un difensore delle tecniche psicoanalitiche, dall’altra naturalmente il difensore del trattamento farmacologico: dicotomia equivale al conflitto, conflitto equivale ad audience e disinformazione. Non si vedeva uno spiraglio tranne che nell’utilizzo degli psicofarmaci. Non v’era una direzione d’intenti comuni, ognuno posto sulla propria rocca a difendere le proprie posizioni, e non so cosa abbia appreso il pubblico di Porta a Porta da un simile caos intellettuale. Personalmente mi aspettavo frasi del tipo: “il trattamento coi farmaci va bene in certi casi, ma a lungo andare sarebbe meglio utilizzare gli strumenti della psicologia”, oppure: “la psicologia non può intervenire laddove le crisi sono da affrontare in maniera rapida e decisa”, o ancora: “i problemi si affrontano all’origine, ma bisogna agire anche sui sintomi”, o molto più semplicemente: “in certi casi è utile il farmaco, in altri l’analisi”. Nulla di tutto ciò è stato fatto trasparire. Non si è capito nulla, sembrava, lo ripeto, una partita di calcio dove ognuno difendeva la propria squadra, con un arbitro, Vespa, che leggiadro svolazzava coma una goffa “ballerona” tra le poltrone degli ospiti, con la sua voce rassicurante, la sua piena saggezza in ogni dove. E per un argomento scientifico-sociale, servivano degli ospiti con alle spalle decine di pubblicazioni. Grandi ospiti, …e che ospiti! Tutti illustri luminari delle scienze della mente: un attrice di fiction Mediaset-Rai che partecipa spesso a Porta a Porta o Matrix, la vincitrice della talpa, Califano, e qualche altro elemento dello show business messo lì a raccontarci le sue opinioni personali sugli attacchi di panico. Un gran bello spettacolo. Un sistema di disinformazione medica che ha qualcosa di aberrante, soprattutto se consideriamo il target di quella trasmissione, che di sicuro riceverebbe un servizio più utile se argomenti del genere venissero trattati più seriamente, in maniera da far capire qualcosa, in modo da non suddividere il mondo, come avviene spesso, in due categorie, le cure in due forme di pensiero: bisognerebbe invece chiarire le idee e far un quadro il più possibile razionale, così da lasciar il telespettatore libero, e istruito, d’interpretare i contenuti. Ma creare disordine, confusione, una caciare provocata da due “scienziati” che sembravano due giovinetti ad Amici della De Filippi, non porta da nessuna parte, significa produrre merxa. Significa votare il Ministro della Paura e il suo mondo di psicofarmaci.
W il Ministro della Paura.

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