lunedì 9 marzo 2009

Adolescenti? Meglio in TV che sul Web.

Tutelare i più giovani nei confronti di situazioni poco piacevoli è sempre un qualcosa di giusto. E fare luce su certe dinamiche comportamentali è un buon segno. Trattare un argomento significa cercare di creare un quadro il più completo possibile che risulti idoneo per un analisi corretta, dalla quale cercare soluzioni e proposte.
Quel programma d’intrattenimento e promozione che si chiama Studio Aperto, aveva giù dato un’anticipazione (ovvero aveva trasmesso qualche spezzone) del servizio delle Le Iene avente come argomento: “una tredicenne che chatta in pieno pomeriggio”. Hanno svelato un mondo che a molti può aver fatto crollare delle certezze, in tanti si saranno fatti prendere dalla paura e si saranno proclamati paladini dei giovani: e a buona ragione. Il servizio è stato divertente, anch’io ero allo oscuro di come dei ragazzetti, di fronte a una coetanea in webcam, non ci pensano due volte e sciorinano i propri attributi in pieno fragore puerile. Il pezzo, della durata di circa quindici minuti, s’è chiuso con una battutina, durata un paio di secondi, rivolta ai genitori che in teoria si sarebbero precipitati a controllare se il figlio stesse a chattare sessualmente. Almeno quello! Almeno una sola battutina è meglio di niente. Perché non ci vuole Freud a capire che, in un contesto del genere, dovrebbero essere i genitori a controllare e vigilare su un utilizzo più proficuo del web, senza inutili generalizzazioni, senza criminalizzare uno strumento che fino a una quindicina d’anni fa era praticamente inesistente; non ci vuole nemmeno Jung per comprendere che quello che fanno i ragazzetti adolescenti, lo fanno anche ciucci vecchi, essenzialmente con donne pagate per spogliarsi innanzi una cam o dal vivo, e se con le possibilità giuste, si organizzano anche festini con “mignotte” d’alto borgo, coca e champagne.
Ma passiamo alle cause: nemmeno accennate durante tutto il servizio. Bisognerebbe focalizzare l’attenzione (e qui entriamo nel trito e ritrito), su certi modelli sociali che la tv italiana ha pompato negli ultimi anni, ovvero da quando la concorrenza alla RAI è divenuta una corsa alla distruzione della dignità dell’intelletto umano, dove miti ed eroi sono solo veline, calciatori, comici che non fanno ridere, mezzi busto in stile zerbino, gaudenti politici corrotti, e chi più ne ha più ne metta. E sarà stato forse per questi paradigmi, che appena concluso lo spazio di critica al web, Le Iene hanno potuto trasmettere (visto che il target giovanile lo richiede) un’apologia della cultura del nostro tempo: quarantacinque minuti (tranne che per una decina di pubblicità) di interviste agli eroi, agli idoli, alle stelle delle masse giovanili, e perché no!: anche dei più vetusti. In primis c’è stato il ribelle Corona con la sua amica velina adesso amante (notizie d’importanza strategica), Belen Rodriguez. Subito dopo invece la gente, per circa mezzora, ha potuto assistere a un’intervista doppia con altre due leggende moderne: Francesco Totti e Ilary Blasi, la quale, visto che i giovani vanno educati, ha dichiarato apertamente di come abbia chiesto al suo amato Francesco, la prova d’amore di correre a una certa velocità in auto: un esempio di coraggio e integrità che a confronto James Dean si fa una pippa.
Comunque il pericolo rimane il web, e le nostre figlie tredicenni vanno tutelate da quel mostro che andrebbe censurato e proibito senza mezze misure (*), e anche chi critica questi come unici modelli sociali e culturali andrebbe censurato e proibito; perché il futuro delle nuove generazioni è azzurro, è blu, è di tutti i colori che una velina può indossare, di tutte le tinte che una maglia di calcio può racchiudere. Il futuro dei nostri figli è un mondo di cultura e ragione, di spiritualità e natura: ecco perché il prossimo divenire, il nostro avvenire, la loro condizione, sarà fatta di donnine che vanno pagate e utilizzate come merci, un mondo dove a scuola finalmente insegneranno nuovi balletti, nuove canzonette, tante gag comiche, e i voti varranno assegnati in base alla bellezza fisica e alle doti seduttive.

(*) Un grazie a Levi l’amico di Prodi, e a D’Alia l’amico di Cuffaro e Berlusconi, che almeno ci provano.

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