venerdì 20 marzo 2009

Proposte contro anoressia e bulimia?

Tra le innumerevoli e squisite notizie che il TG5 propaga ogni dì, a molti non sarà sfuggita l’ennesima proposta di questo governo, frutto della solita cultura scimmiesca dalle visioni da sottosviluppo: umano e civile. La proposta è quella di istituire la pena “d’istigazione all’anoressia e alla bulimia”, nei confronti di siti web che sono denunciati d’esercitare pericolose influenze nella mente dei più giovani: insomma, criminalizzare il web accusandolo di diffondere siti, blog e forum che istigherebbero appunto a queste due forme di disagio psico-fisico. Già non è difficile immaginare in che modo politicizzato potrebbe essere utilizzato il suddetto reato, e in genere qualsiasi reato di “istigazione a delinquere”, ma il nocciolo serio della discussione è questa serie d’accuse, generalmente amplificate e spesso non fondate, nei confronti dei nuovi media. Questo provvedimento, infatti, è solo l’ultimo di varie proposte che tendono tutte nella direzione della censura e della contraddizione, e si aggiunge a quello di un parlamentare dell’UDC (D’Alia) il quale avrebbe voluto la chiusura d’interi network e siti, qualora ci fosse stato all’interno anche un solo elemento d’istigazione all’illegale.
Comunque, tralasciando anche il cuore del problema, ovvero le proposte sul modello Cina - Corea del Sud, adesso il nuovo nemico da abbattere sono i “promotori” online di bulimia e anoressia: dunque puniamo questi nuovi terroristi informatici.
In Italia, a quanto pare, è istituito un premio per chi porta aventi le idee più inutili, divertenti e contraddittorie, e se tante di queste idee passano come decreti, è solo perché il Parlamento è divenuto un’istituzione inutile, e a decidere sono solo gli esperti di marketing col beneplacito del sovrano. La contraddizione è presto detta, è evidente: basta riflettere pochi istanti, per collegarci mentalmente a tutto un sistema di promozioni e campagne indirizzate a incentivare il consumo di prodotti e centri dietetici, estetici e di dimagrimento. Che facciamo dunque? Accusiamo in futuro d’istigazione (visto che la proposta di legge fa riferimento solo al web) anche le aziende e le società che producono e si occupano di dimagrimento e riduzione del peso corporeo? Le tv, i giornali, e i gestori di pubblicità che le promuovono? Non è difficile accorgersi di come siamo bombardati da copiose reclame di prodotti dietetici; non ci vuole molto nemmeno a notare la fisionomia dei modelli a cui conformarsi, sia maschili che femminili: palestrati e senza un filo di grasso; poi ci sono le veline che non posseggono massa grassa eccetto per glutei e seni; nelle sfilate di moda le modelle sono acciughe che spesso non ispirano nemmeno le virili voglie a causa della magrezza in stile campo di concentramento. Insomma: il modello di bellezza, le “proporzioni perfette”, sono magre.
Dall’altra sponda, quella dei bulimici e dei soprappeso, le cose vanno alla stessa maniera. Certo!, i modelli di riferimento non sono grassi, ma non possiamo comunque trascurare quanta promozione pubblicitaria, e negli stili di vita, è indirizzata verso prodotti e campagne che non “mirano” a una dieta sana non abbondante di grassi: fast food, creme spalmabili, salumi, dolci e merendine, caramelle, ecc… I risultati di queste dinamiche sociali li abbiamo sotto gli occhi: malattie cardiovascolari e tumori.
Concludendo. Queste proposte da film comico, pompate dagli organi di propaganda del Re, servono solo per tenere contenta una parte di pubblico, così da vedersi tutelata da questo buon governo nei confronti di quei cattivoni mascalzoni che inducono le più giovani verso i lidi della disperazione, e della malattia psico-fisica, e servono per accrescere e acutizzare uno stato febbrile e incosciente, che non crea le basi per un progresso umano e civile, ma bensì spalanca le porte alle contraddizioni, ai palliativi, agli spauracchi, alle censure, al nulla.

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