mercoledì 18 marzo 2009

La psicoinformazione

Uno statistico che lasciò l’Italia in una condizione di progresso, sviluppo e cultura stratosferica, e che tra l’altro non era né poeta, né santo (visti i morti), né navigatore tom tom, un giorno disse che questa nazione era appunto popolata da santi, navigatori e poeti. Se quell’importante premio nobel della società e della psicostoriografia fosse vissuto ai giorni nostri, avrebbe definito gli italiani come un popolo di psicopatici e malati. E ne avrebbe avuto tutte le ragioni. Sfortunatamente (o fortunatamente a seconda dei casi) questa condizione è trasversale non solo al nostro paese, ma anche al resto degli “alleati occidentali”; e non solo!, in questo stato non vi ritroviamo nemmeno indirizzi d’appartenenza politica: finalmente “destra e sinistra” sono tutti amici, sono tutti uniti contro questo male che coinvolge milioni di persone, intere fasce della popolazione: chi di noi no ha mai avuto un parente o un conoscente, che da un giorno all’altro è andato fuori di testa e ha iniziato ad ammazzare chiunque avesse incrociato sul suo cammino? Quanti di noi non hanno avuto dei cugini o dei genitori che hanno commesso un infanticidio? Sicuramente la maggior parte. Ed per questa ragione che i media ci informano così riccamente e approfonditamente su ogni episodio di quel tipo, ci porgono una conoscenza dei fatti così approfondita, da renderci tutti partecipi ed esperti di quelle disgrazie così comuni e frequenti. E se ciò non bastasse (ringraziamo il cielo!) ci vengono in soccorso gli stranieri con vicende ancora più incredibili, che qui, nell’Italia degli abusivi, nemmeno ce le sogniamo: ancora troppe poche armi in circolazione, e ancora solo nelle mani di “guardie e ladri”. Dunque ringraziamo e dedichiamo dei monumenti a quei giovani (uno tedesco, l’altro americano), che pistola in pugno, hanno ammazzato a vista chiunque incrociassero. Fa sempre piacere sentirci in comunione con gli stranieri, e i media questo lo sanno, ecco perché c’hanno deliziato anche con l’inizio del processo all’austriaco che ha segregato e violentato la figlia per anni: un nuovo caso che si aggiungerà ai vari Garlasco, Erika e Omar, Erba, Cogne, ecc… ovvero la quasi totalità dell’informazione italiana eccetto per il calcio e gossip, meteo e le interviste tipo conferenza stampa ai politici.
Comunque il caso ha voluto che la notizia dell’austriaco, sia stata messa in secondo piano da un fenomeno che rimarrà identico per altri decenni, se non secoli: il randagismo. Anche se di stampo meridionale, il randagismo ha attirato l’attenzione mediatica a causa della morte di un bambino, e non solo: probabilmente l’informazione avrebbe accantonato la notizia il giorno dopo, se non fossero successe altre aggressioni, una delle quali a una turista tedesca (e si sa che in tanti vedono un futuro solo coi soldi che gli stranieri portano). E quindi un’altra bolgia, un gran parlare di questa piaga, tutti a lanciare proposte, le forze dell’ordine riprese con la pistola in mano mentre danno la caccia e sparano ai cani (un scena così avrebbe ispirato pure Mr.Bean), istituzioni che si mostrano solerti a risolvere il problema, finalmente risolveremo la piaga del randagismo! Ma se non ci sono soldi da dedicare alle persone, alla cura e all’istruzione, alla ricerca, agli anziani, come si può immaginare di dedicare fondi per dei cani randagi? Infatti non si risolverà nulla, e rimarrà tutto così com’è, fino a quando non verrà sbranata un’altra persona, e risentiremo da capo tutta la caciara mediatica, la stessa solfa, che durerà giusto quel che serve per produrre dell’informazione malata e psicopatica.

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