giovedì 23 aprile 2009

Tutti per la sicurezza

Trattare la sicurezza, nell’aprile del 2009, è la cosa più facile che ci sia: basta fare leggi sempre più severe, e avere dei media che riescono a cogliere e a confluire le aspettative della gente. I maestri del nostro tempo, coloro che della giustizia ne hanno fatto un cavallo di battaglia, quelli che oggi incarnano lo spirito della prevenzione e dello sviluppo civile, sono i cinesi e gli iraniani. In quei posti, anche per un piccolo reato, si rischia grosso. Basta esser uno spacciatore d’eroina per finire con un fucile puntato dietro la nuca, basta aver avuto una relazione extraconiugale per aver una corda al collo. Non è facile costruire un mondo come quello cinese in cui tutti sono più sicuri, ma almeno qualcuno ci prova, anzi: ci provano tutti. Tutto il Parlamento ha votato favorevolmente al pacchetto sicurezza. Tutti i partiti del Parlamento fanno della sicurezza uno dei punti di battaglia. Ed è giusto: vogliamo arrivare ad esser una nazione sicura? O ci faremo invadere dalle barbarie? Beh, se i barbari fossero ancora quelli del nord bisognerebbe spalancare le porte e accogliere gli invasori a braccia aperte, ma purtroppo gli invasori mangiano spaghetti e parlano italiano, e hanno tutti un unico pallino: la sicurezza. E che sicurezza!
Avere un ampiezza di vedute lungimirante e dinamica, significa convogliare le proprie risorse essenzialmente in due campi distinti e congruenti: il presente e il futuro. Purtroppo la parola futuro è scomparsa dal vocabolario politico e mediatico, così come sono scomparsi altri termini: istruzione, salute, urbanistica, ambiente. Forse è anche un bene che si riducano le parole, così, invece di stare a sguazzare tra le chiacchiere, si può costruire qualcosa di realmente nuovo, qualcosa di più sicuro. Siamo infatti sicuri che per combattere i delinquenti bisogna prender a modello i cinesi e gli iraniani, e perché no, anche gli Stati Uniti: corruzione azzerata, crimine inesistente, città più sicure.
Ora, è certo che dei provvedimenti vanno presi, delle azioni di contrasto anche, coprire delle falle è doveroso per il fluire del tempo, e su questo non ci piove. Ciò che piove è invece un utilizzo becero e inutile dei temi importanti, un creare spauracchi, tensioni, e paure, un comportamento pericoloso e lesivo nei confronti del progresso, un modo semplicistico di fare le cose; tutti elementi che potrebbero produrre un minimo miglioramento delle condizioni sociali in un breve tempo, ma a lungo andare dove si arriva? Dove andrà a finire il paese? Ognuno è libero di far previsioni.

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