domenica 5 aprile 2009

Media e Gx (2 < x < 557)

Quando si riuniscono in vari Gx (x= 2,4,6,8,10,…,20,…) la situazione mediatica, il clima che si respira, è lo stesso, o quanto meno molto simile, a quello percepito durante le cronache dell’informazione riguardante il Tibet: i cinesi hanno copiato anche questo. Tibetani e “no-global”, nell’accezione comune del ritardo e dell’insufficienza, sono: facinorosi, pericolosi, sobillatori, violenti, terroristi e “inconsapevoli”.
Quando negli anni ’90 s’è rafforzato ed esteso un movimento trasversale di “consapevolezza” globale, chi non gradisce le libertà ed è legato a strutture fisse o dinamicamente stagnanti a guisa di branco, ha capito che non era il caso che questi pseudo-rivoluzionari continuassero a diffondere delle idee così pazzesche (l’evoluzione fa paura a chi non è in grado di accoglierla e capirla). Nuove idee, nuove istanze, nuove soluzioni, nuove “giustizie”, si diffondevano senza controllo andando ad abbracciare le più diverse tipologie di persone: cristiani, induisti, europei, americani, africani, boyscout, squatter, anarchici, missionari, monaci, suore, gruppi ambientalisti, movimenti per i diritti umani, medici, ingegneri, psicologi, operatori sociali, giovani, grandi, vecchi, ecc…, ecc…, insomma: si stava allargando a macchia d’olio, tanto che per poco non si sarebbe diffusa anche a quella fascia di popolazione che restringe il campo dei propri interessi solamente a pochi elementi immediatamente prossimi, e che fa un utilizzo dei media, nuovi e vecchi, ristretto a pochi argomenti: le ricette di nonna Pina, il meteo, il campionato, il grande fratello, qualche filmetto da quattro soldi, psicofarmaci, superalcolici e vino, la disco e i fatti di cronaca rosa e nera. Quando nel 2001 si è arrivati all’incontro di Genova, centinaia di migliaia di persone da tutto il mondo hanno riempito la città. Riunire il G8 a Genova è stata una coincidenza o una scelta oculata: sta di fatto che un governo improntato al sottosviluppo, una nazione quasi per niente “europeizzata”, si sarebbe dovuto occupare di “tenere a bada” quell’onda gigantesca e, considerando questo substrato, quale occasione migliore per una gestione barbarica e incivile delle manifestazioni? Perché non demonizzare e creare spauracchi? Quale miglior modo di accusare, pestare e sequestrare migliaia d’innocenti a causa di quattro “scoppiati” distruggi-vetrine? Comunque, volenti o nolenti, il risultato è stato uno solo: dal 2001, infatti, ogni volta che i media (compresi i cosiddetti di sinistra tipo Tg3 o Repubblica) trattano di manifestazioni “anti” G7, G8 o G20, (ecc…) fanno leva essenzialmente sul discorso “violenza” e disordini, senza scrivere nemmeno un’acca sul perché quella gente protesta. Certo!, qualche esagitato davvero infrange vetrine (che per una banca sono a costo zero in rapporto al fatturato) o tira pietre alle forze dell’ordine, ma rimangono sempre quattro gatti rispetto al resto dei manifestanti, e anche quando sono in tanti, come purtroppo sta succedendo negli ultimi anni, nessuno mai s’è preso la briga di informare sul motivo di tanta violenza, sulle cause di tanta esasperazione.
Dopo un paio di mesi da Genova, è arrivato l’11 settembre. Su quell’avvenimento Michael Moore ha realizzato un bel film-documentario che cerca di far luce su tanti aspetti scuri che i media zerbinanti e compromessi hanno naturalmente occultato, o hanno lasciato in secondo piano dando spazio solo alle “nozioni” che tanti politicanti sparavano, e sparano ancora. Ed anche in questo caso il risultato è stato uno solo: un nuovo e vecchio spauracchio da combattere, un nuovo nemico che catalizzerà l’attenzione delle masse, un nuovo motivo per far guerre, un occasione per Bush di aprire nuove vie per il petrolio, il gas e il controllo del Medio Oriente: elementi di cui la casalinga di Voghera non sentirà mai parlare.
Comunque, anche tralasciando gli aspetti poco chiari sul modello di Nerone che incendiò Roma accusando i cristiani, oppure su infiltrati che son pagati per esagitare le folle e far saltare vetrine dando la colpa agli ebrei, il risultato è stato buono, la sua efficacia continua a lavar cervelli in giro per il mondo, e il gossip e il grande fratello resteranno ancora fortunatamente in auge. Negli occhi della “casalinga” poche cose saranno impresse, pochi elementi filtrati ad hoc riusciranno a colpire la sua attenzione. Un filtraggio continuo, un’inutile cronaca di guerriglia in cui i “buoni e i cattivi” sono sempre gli stessi, in cui le dinamiche coinvolgono solo degli “spacca-vetrine” con volto coperto e dei poliziotti in super tenuta tecnica anti-sommossa, in cui degli eroi “illuminati” s’impegnano a trovare soluzioni mentre fuori degli sconclusionati fanno solo caos e caciara. Quest’informazione, come già detto sopra, è molto simile a quella che utilizza la Cina nei confronti dei monaci, e non solo, tibetani: chi scende in piazza è un violento, è pericoloso, spacca tutto, tira oggetti alle forze dell’ordine, e rimangono quattro gatti che non porteranno altro che idee cattive. Ma perché protestano, perché scendono in piazza, ha poca importanza: le uniche argomentazioni possibili, quelle che arriveranno alla casalinga di Voghera, sono l’eco delle parole di quelli che si riuniscono nei palazzi blindati a poche centinaia di metri dai dimostranti “terroristi”; le problematiche che in tanti denunciano non son altro che “pensieri” di facinorosi senza senso: ecco perché i media ci aiutano nel filtraggio fornendoci solo le informazioni relative allo sfascio delle vetrine, e a dirci quanto sono stati violenti, o quanto non lo sono stati, i manifestanti.

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