mercoledì 8 aprile 2009

Abruzzo: no agli aiuti!

Berlusconi che rifiuta gli aiuti internazionali per il terremoto in Abruzzo, sembra ricordare la giunta birmana che in conseguenza del ciclone Nargis rifiutò ogni forma d’aiuti internazionali. Queste mosse non nascondono altro che un livello umano non tanto dissimile dai primi ominidi che realizzavano utensili e si nascondevano nelle caverne, protette dalle bestie feroci con focolari posti innanzi l’ingresso del rifugio.
Accettare gli aiuti non è un segno di debolezza, anzi! E’ qualcosa di molto nobile e costruttivo. Perché se oggi siamo noi ad essere aiutati, domani potranno essere i nostri soccorritori ad aver bisogno del nostro aiuto, venendosi così a creare delle relazioni intense e non superficiali tra popoli e nazioni, un sistema di amicizie che prescinde le normali relazioni governative che si basano generalmente sull’economia e le guerre. Ma il premier ha rifiutato, volendo sfruttare ogni minima occasione per diffondere la sua becera propaganda: “gli italiani sono forti, non hanno bisogno d’aiuti”, sembrava ricordarci una frase di quel tipo. Che squallore! Fare elemosina coi soldi degli altri. Perché solo di questo si tratta: avrà dato in beneficenza almeno un milione tra tutti i suoi miliardi di euro? Oppure gli aiuti sono solo quelli dei comuni cittadini che senza garanzie di trasparenza e onestà hanno regalato tramite SMS qualche euro? Verrebbe quasi da dire: “non fate donazioni!, se la vedesse il governo visto che non vuole gli aiuti internazionali”, ma sappiamo tutti quanto in realtà anche gli aiuti dei singoli SMS siano fondamentali, e siano un gesto degno di rispetto. Intanto fuori e dentro le mediatiche sponde continua la giostra delle presenze: Maroni, La Russa, persino la Carfagna (ringraziamo Porta a Porta per averci dato l’opportunità d’aver appreso che anche l’ex show girl s’è impegnata), e chi più ne ha più ne metta.
Il rifiuto degli aiuti però è indicatore di un altro obiettivo: ovvero creare stati chiusi, nazioni chiuse, popolazioni chiuse. Il modello cinese, birmano, russo, e di altri, è esattamente quello: fare in modo che gli unici affari internazionali siano relegati ai soli commerci di organi umani, schiavi, risorse e armi. In più non bisogna sottovalutare come la negazione degli aiuti arriva sull’onda del comportamento allucinante nei confronti della Merkel (la Germania) e degli altri G18 (la famosa attesa nella foto di gruppo): delle gesta chiare e limpide, una dimostrazione di come gli unici modelli possibili sono la chiusura e la blindatura del Paese nei confronti degli altri stati (generalmente verso i più civili e avanzati del nostro, quelli in via di sviluppo invece sono i benvenuti al tavolo delle discussioni: c’è sempre qualcosa di nuovo da imparare), un sistema di cose in cui ognuno si lava i panni sporchi in casa nascondendo agli altri le peggiori nefandezze, riducendo le nazioni ad agglomerati di schiavi sotto la guida, pregna d’istinti e pulsioni, di esseri per certi versi privi delle “normali” cognizioni “umane”.

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