mercoledì 13 maggio 2009

Tattiche anti-DiPietro

Cota (Lega Nord) e Quagliarello (PdL) hanno mostrato chiaramente la tattica di difesa nei confronti di Di Pietro, o meglio: la tattica d’attacco. Per farsi un idea di quale metodologia sia più giusta nei confronti dell’ex PM, basta guardarsi e studiarsi Striscia la Notizia. In quel programma, non di rado, hanno deriso e canzonato Di Pietro affidandosi esclusivamente alla dialettica spartana, e spesso “mangia parole”, del leader dell’IdV.
Queste tattiche sono studiate a tavolino, ma è probabile che siano il frutto della spontaneità e della mancanza di argomenti da porre sul piano delle discussioni. Insultare, invece di rispondere con argomenti seri, è generalmente una tattica che il sovrano, e la sua schiera di sottoposti, utilizza per far fronte alle verità incontestabili che gli avversari politici (quando non sono collusi anch’essi) portano avanti nei dibattiti.
Di Pietro è l’unico politico, o quanto meno l’unico in tv, che in Italia, almeno per oggi, non sottovaluta la P2, e non di rado sciorina il problema del conflitto d’interessi, puntando il dito contro un’informazione malata e dei prodotti “culturali” proposti dai media per creare una massa informe di zombie, per pompare degli spauracchi ai quali gli zombie stessi posson aggrapparsi. Anche ieri, a Ballarò, i nostri amici del PdL, quando si sentivano le critiche serie, non si sono tirati indietro dall’accusare Di Pietro di utilizzare un incomprensibile “vocabolario di-pietrese”, di fare della caciara, di scherzare su argomenti seri, insomma: poiché non avevano argomenti per controbattere, l’unica tattica era quella del dileggio, dello schernire, dello sminuire le tesi dell’ex PM; una squallida messa in scena alla Striscia la Notizia, senza capo né coda; un teatrino che dimostrava, eccetto per chi ha pregiudizi, quanto le verità si combattono non tanto con le menzogne, ma quanto più con gli sberleffi e il dileggio.

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