domenica 24 gennaio 2010

Rivendicazioni sul Tibet: RPC vs XXI sec



Il governo cinese e i maoisti occuparono militarmente il Tibet nel 1951. Oggi tanti cinesi, alcuni dicono la maggiorparte, middle class istruiti e non, considerano il Tibet come parte del proprio territorio. Una visione distorta che farebbe quantomeno sorridere una qualsiasi persona che abbia potuto accedere a delle informazioni (aprire un atlante storico, un libro di storia o informarsi sul web).
Come si legge anche su Wikipedia (sembrerebbe nemico N.1 del governo cinese) la dinastia Qing estese la propria influenza alle terre dei buddisti tra la metà del 1600 e la metà del 1700, facendo in modo da esercitare sul popolo dell’altopiano una certa incombenza militare e commerciale, ma non intaccandone l’indipendenza territoriale e culturale. Su quella pseudo-occupazione del XVIII sec., la Repubblica Popolare Cinese rivendica quei territori. E in tanti sono davvero convinti di questa “giusta” estensione dei territori “Han”.
C’è gente che ancora pensa di poter utilizzare tattiche mentali e propagandiste vetuste, primitive e involutive, che posson far presa solo in condizioni di totale controllo delle informazioni, totale manomissione dei libri di storia, totale distorsione negli insegnamenti scolastici.
Le rivendicazioni sul Tibet sono paradossali, allucinanti e comiche. Se si dovesse seguire lo stile degli oligarchi cinesi, se in Europa e nel mondo qualcuno dovesse percepire come significative le posizioni “allucinate” del governo, fermo tra il XVII e il XVIII sec., potremmo ben dire che:

i turchi dovrebbero rivendicare e occupare militarmente la Grecia, la Bulgaria, la Romania, una parte dell’Ungheria, l’Egitto, l’Iraq, la Siria, la Libia, la Tunisia, l’Algeria, gran parte del bacino del Mar Rosso

gli spagnoli dovrebbero rivendicare e occupare militarmente il Sud Italia

gli austriaci dovrebbero rivendicare e occupare militarmente una parte dell’Ungheria, la Slovacchia, la Repubblica Ceca, una parte della Polonia

gli spagnoli, gli inglesi, i francesi, gli olandesi e i portoghesi dovrebbero rivendicate e occupate militarmente tutte le ex-colonie delle Americhe: Canada, Stati Uniti, Messico, Brasile, Argentina, …tutto il continente americano: nord e sud.

Altri imperi, come ad esempio l’Impero Moghul, l’Impero dei Safawidi, l’Impero Russo (che comunque persiste in alcune forme ancora oggi), non sono stati considerati.

Insomma: le rivendicazioni sul Tibet, occupato militarmente a metà del 1900, farebbero ridere chiunque non sia soggetto ai pregiudizi e alle distorsioni propagandiste nelle informazioni e nella storia, e sono il frutto che solo una dittatura (o pseudo tale) può apprezzare, con buona pace di tutti i cinesi, i tibetani, gli uiguri, ecc... che vorrebbero un po’ di libertà, di diritti, di cultura. Gli autocrati cinesi dovrebbero capire, e si spera l’abbiano capito, che questi non sono concetti occidentali, europei o americani: sono concetti umani.


PS
Alcuni, paradossalmente, rivendicano il Tibet sulla scia delle conquiste mongole di Genghis Khan e basandosi sulla dinastia portata in Cina dallo stesso: la dinastia Yuan, a cui apparteneva Khubilai Khan, ovvero un sottoprodotto dell’impero mongolo. Un assurdità dal punto di vista cronologico (avvenimenti di 700 anni fa), ma anche dal punto di vista storico: senza le invasioni mongole la dinastia Yuan non sarebbe esistita (gli Yuan erano mongoli), i tibetani acquistarono l’indipendenza dagli invasori ancor prima dei cinesi, e anche in Cina la “famiglia Khan” fu sostituita in breve tempo dalla dinastia Ming (che rimase circoscritta ai territori centrali e orientali).

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