Considerare i propri “consumatori” come handicappati è un’attività molto frequente tra gli operatori all’interno dei media.
Ogni domenica, nel momento di “prime time” del primo pomeriggio, vanno in onda i cloni: Domenica In e Buona Domenica. La fascia che va dalle 14 alle 15 supera come telespettatori anche quella della seconda serata, è un orario "post-TG", di pranzo “domenicale”, di famiglie riunite e spettatori che lasciano di sottofondo al proprio desinare le tv accese su RaiUno e Canale5.
Oggi l’argomento del dibattito (in genere nel primo pomeriggio trasmettono dibattiti impossibili con ospiti impossibili) era il problema Morgan e la sua dichiarazione sull’utilizzo di cocaina. La clonazione d’oggi era anche nei contenuti oltre che nello stile: si trattava lo stesso argomento. E qual’era questo argomento? Si può tradurre tutto in uno slogan stile Fini-Giovanardi: “No alla droga, si alla vita”, il classico slogan che probabilmente si utilizzava già negli anni ‘20, e che a 90 anni e più di distanza ha prodotto gli effetti opposti: aumento di sostanze psicotrope nuove e diffusione delle stesse, carceri che scoppiano, incidenti stradali che non diminuiscono, mafie che s’ingrassano, e guerre che si propagano (vedi Colombia e Afghanistan).
Il Festival dell’Handicap, che a livello evolutivo è fermo “all’età del ferro”, è una delle migliori casse di risonanza per portare il nulla nelle case degli italiani, è la miglior occasione per deturpar in forma sublimare (termine forse eccessivo) le domeniche della gente, per intaccare i loro processi logici e culturali, per tirarli in una ridda finalizzata all’annientamento del libero pensiero e della cultura. Il Festival dell’Handicap, che oggi aveva come argomento Morgan e la sua “ipotetica” vicinanza alla cocaina, ipotetica perché non si sa se sia solo una messa in scena per aumentare l’audience del Festival di San Remo, è il miglior esempio di clonazione e controllo televisivo in stile Rupert Murdoch, in stile Repubblica Popolare Cinese, in stile Geroge Bush, in stile Berlusconi.
Alle 14:41 precise (non è uno scherzo), sia su Canale5, sia RaiUno, è andata in onda la pubblicità: sincronizzazione totale. Successivamente, finito il teatrino su Morgan, ogni rete s’è occupata dei propri programmi eccelsi: sul primo canale s’è parlato del Festival di San Remo e degli eventuali ospiti, su Canale5 era invece il momento de Grande Fratello e dei suoi concorrenti.
Scrive Geroge Orwell in 1984:
“La birra era l’unica bevanda disponibile nei pub, perché il gin era vietato ai prolet, anche se potevano procurarselo facilmente.”
Ogni domenica, nel momento di “prime time” del primo pomeriggio, vanno in onda i cloni: Domenica In e Buona Domenica. La fascia che va dalle 14 alle 15 supera come telespettatori anche quella della seconda serata, è un orario "post-TG", di pranzo “domenicale”, di famiglie riunite e spettatori che lasciano di sottofondo al proprio desinare le tv accese su RaiUno e Canale5.
Oggi l’argomento del dibattito (in genere nel primo pomeriggio trasmettono dibattiti impossibili con ospiti impossibili) era il problema Morgan e la sua dichiarazione sull’utilizzo di cocaina. La clonazione d’oggi era anche nei contenuti oltre che nello stile: si trattava lo stesso argomento. E qual’era questo argomento? Si può tradurre tutto in uno slogan stile Fini-Giovanardi: “No alla droga, si alla vita”, il classico slogan che probabilmente si utilizzava già negli anni ‘20, e che a 90 anni e più di distanza ha prodotto gli effetti opposti: aumento di sostanze psicotrope nuove e diffusione delle stesse, carceri che scoppiano, incidenti stradali che non diminuiscono, mafie che s’ingrassano, e guerre che si propagano (vedi Colombia e Afghanistan).
Il Festival dell’Handicap, che a livello evolutivo è fermo “all’età del ferro”, è una delle migliori casse di risonanza per portare il nulla nelle case degli italiani, è la miglior occasione per deturpar in forma sublimare (termine forse eccessivo) le domeniche della gente, per intaccare i loro processi logici e culturali, per tirarli in una ridda finalizzata all’annientamento del libero pensiero e della cultura. Il Festival dell’Handicap, che oggi aveva come argomento Morgan e la sua “ipotetica” vicinanza alla cocaina, ipotetica perché non si sa se sia solo una messa in scena per aumentare l’audience del Festival di San Remo, è il miglior esempio di clonazione e controllo televisivo in stile Rupert Murdoch, in stile Repubblica Popolare Cinese, in stile Geroge Bush, in stile Berlusconi.
Alle 14:41 precise (non è uno scherzo), sia su Canale5, sia RaiUno, è andata in onda la pubblicità: sincronizzazione totale. Successivamente, finito il teatrino su Morgan, ogni rete s’è occupata dei propri programmi eccelsi: sul primo canale s’è parlato del Festival di San Remo e degli eventuali ospiti, su Canale5 era invece il momento de Grande Fratello e dei suoi concorrenti.
Scrive Geroge Orwell in 1984:
“La birra era l’unica bevanda disponibile nei pub, perché il gin era vietato ai prolet, anche se potevano procurarselo facilmente.”
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