venerdì 9 ottobre 2009

Il significato di Striscia la Notizia


Non s’era mai visto che le veline bacchettassero uno stimato e noto giornalista della televisione italiana, eppure è successo. Quella di ieri è stata l’ennesima ciliegina sulla torta di letame che Mediaset accendeva per schiaffeggiare la cultura. Ma si sa, quello è un programmino (con parecchi milioni di telespettatori) dove facilmente, e non di rado, s’accostano senza pudore argomenti importanti e delicati a donnine mezze nude, cultura e informazione (o pseudo tale) a gossip e pupazzi con le ventose per stappare i cessi. Lo show delle veline che ripetevano il temino scritto dagli autori (o chissà, dallo stesso Antonio Ricci) è stata per certi versi un'ennesima conferma, ma che tipo di programma è?

POLITICA
Mettere sotto la gogna degli insulti gratuiti l’eventuale avversario (del sultano), tempestandolo di pseduo-satira (vi ricordate il “fù fù” di D’alema che si soffiava sui pugni a guisa di tic?), emettendo una mole possente di denigrazione. Ad esempio i frequenti richiami a Cosa Nostra quando (giustamente^^) si parla dell’UDC; l’etichettatura a “comunisti” dei politici della sinistra; l’etichettatura a “sinistrorsi” dei giornalisti che lo criticano; o i frequenti accostamenti tra il fascismo e i vari politici di AN.
Parlare di Berlusconi è invece un ridurre tutto alla sua calvizia e alle sue donnine (con tanto di sigla finale in cui s’inneggia a “papi” e belzebù). I rapporti con Craxi, le sue esperienze con Mangano e Dell’Utri, non sono mai esistiti, e se per uno strano caso ne hanno parlato, il tutto s’è ridotto a un paio di volte in un ventennio di trasmissioni quotidiane. Insomma: mai citare i rapporti passati o presenti tra attività strane e Forza Italia. Altro punto dolente, il conflitto d’interessi: probabilmente, ancor più di Mangano e Dell’Utri (visto che è lì uno dei tarli maggiori di questa democrazia), il tabù deve rimanere celato (parlano tanto di Emilio Fede ma il TG5 o Matrix con le ricette di nonna pina non li toccano).

INFORMAZIONE
Trattare argomenti seri. Soprusi ambientali e sociali, raggiri e truffe: il frutto comunque di uno stato delle cose da sottosviluppati e incivili (alla faccia della civiltà “occidentale”). Certo!, è tutto bello. Ma considerando la periodicità di questi intermezzi d’informazione, alternati a donnine, trash televisivo, errori e papere, la zuppa si riduce a pochi spazi per volta. Questi pochi spazi servono per amplificare la risonanza di un determinato problema, per renderlo visibile a un grande numero di persone: un uso ammirevole del mezzo, ma che lascia il tempo che trova nel momento in cui si rimane in superficie, non si va a scavare nelle cause, il più delle volte collusioni varie, e rapporti ambigui tra istituzioni, cittadini e ambiti strani. Insomma: una volta su dieci diamo voce alle frustrazioni dei cittadini, ma non diciamo perché queste frustrazioni sono emerse. E anche quando lo si dice, sarebbe un po’ come svuotare in un laghetto un bicchiere d’acqua pulita col braccio sinistro, mentre col destro si continuano a buttare secchiate di merda.

VARIETA’-VERITA’-LOL?
Spesso ci si diverte anche. C’è pure quella vena di leggerezza che rende lo show guardabile nei momenti di relax, oppure mentre si mangia. Purtroppo, un po’ come per il discorso dell’informazione centellinata col contagocce, anche le risate sono rare, sembrano quelle a denti stretti della Settimana Enigmistica. Bisogna dire infatti che la professione di comico è diversa da quella di autore. Certamente gli autori di Striscia sono gente simpatica, con la verve creativa e divertente, ma tutto un altro discorso rispetto ai veri comici. Per non parlare della satira: sarebbe come paragonare il Po’ al Rio delle Amazzoni. Rimane, come suddetto, il velo della comicità, ma è così leggero da lasciare raramente il sorriso sulle facce delle persone anche dopo la sigla di chiusura. Insomma: i comici fanno i comici (alcuni satira, non a Zelig), gli autori fanno gli autori (pagati da Berlusconi&Co).

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