giovedì 15 ottobre 2009

Il "Fatto del Giorno" su RAI2 dalle 14 alle 14,45

Il Fatto del Giorno è che una trasmissione che va in onda su RaiDue nel primo pomeriggio, e può esser solo il frutto del nichilismo e dell’appiattimento intellettivo. Certamente su Mediaset la situazione è peggiore, all’ encefalogramma piatto si aggiunge anche la cattiva qualità, ma purtroppo Mediaset è ancora in mano al cavaliere di Arcore e alla sua schiera si tirapiedi.
Nel programma sul Due ogni giorno c’è una domanda posta ai telespettatori, che grazie al telefono possono svolgere uno pseudo sondaggio, in diretta, su quelli che sono i fatti politici del giorno (o della settimana se si prolungano). Oggi la domanda era:

“I giudici in Italia svolgono un ruolo eccessivamente politico?”

I telespettatori avrebbero dovuto chiamare al numero a pagamento (classico esempio di parassitismo) e digitare 1 per rispondere “Si”, 2 per il “No”. Non bisogna esser un filologo per intendere la faziosità di una domanda del genere, basta togliere al quesito la parola “eccessivamente”; è con essa che tutto il concetto assume un significato più netto, più radicale: si presuppone, insomma, che già esista nei giudici un orientamento politico, e che a volte questo risulti “eccessivo”. Ecco come sarebbe stata la proposizione senza quell’avverbio: “ I giudici in Italia svolgono un ruolo politico?”Già di per sé una domanda in mala fede, ma che con l’aggiunta di “eccessivamente” rafforza la faziosità, la doppia faccia che in questo caso dovrebbe spianare, nelle menti degli italiani, la strada per la riforma della giustizia tratta dal programma P2.
Nel “Fatto del Giorno” domande così maliziose sono la normalità, sono quotidiane, sono il frutto delle direttive di rete, del governo Berlusconi. Ogni giorno tempestano il telespettatore (la casalinga, il casalingo, i pensionati, le lavoratrici in pausa) con le loro domande piatte, schierate, dettate dai dictat di Palazzo Grazioli, ed è su queste che si gioca gran parte dell’interazione telespettatore-tv, e quindi anche dell’audience. Ma che razza di squallido teatrino hanno messo in piedi? Fare dei quesiti interattivi vuol dire elevarsi a imparzialità? Perché se qualcuno si pone il dubbio che “i giudici possano svolgere un ruolo politico” solo per il fatto di non esser accondiscendenti a re Silvio, allora ci sono tanti altri dubbi ai quali “Il Fatto del Giorno” (intenzioni celate al telespettatore ignaro) potrebbe dare una risposta, tipo:

“I ROM rapiscono i bambini?”
“Gli immigrati rubano il lavoro agli italiani?”
“I comunisti si mangiano i bambini?”
“Il PD è un covo di bolscevichi?”
“Di Pietro è violento nel linguaggio?”
“Santoro insulta perché prova gusto a farlo?”
“Il governo Berlsuconi sta governando bene?”
“Berlusconi è il miglior Presidente del Consiglio degli ultimi 150 anni?”
“La riforma sulla giustizia è un bene per l’Italia?”
“La P2 è un organo funzionale alla democrazia?”
ecc…

Chiunque può sbizzarrirsi a formulare e inventare domande che nascondono tutte da una logica fondamentale: la faziosità, il vomito in faccia ai propri telespettatori (per la maggiore ignari e inconsapevoli, troppo distratti o troppo impantanati), il plasmare le menti con dei teatrini mascherati da talk show, il condizionare le priorità degli italiani attraverso domande interattive che pongono l’accento su dove gli autori, e i dirigenti incaricati dal Governo, vogliono che sia posta.

venerdì 9 ottobre 2009

Il significato di Striscia la Notizia


Non s’era mai visto che le veline bacchettassero uno stimato e noto giornalista della televisione italiana, eppure è successo. Quella di ieri è stata l’ennesima ciliegina sulla torta di letame che Mediaset accendeva per schiaffeggiare la cultura. Ma si sa, quello è un programmino (con parecchi milioni di telespettatori) dove facilmente, e non di rado, s’accostano senza pudore argomenti importanti e delicati a donnine mezze nude, cultura e informazione (o pseudo tale) a gossip e pupazzi con le ventose per stappare i cessi. Lo show delle veline che ripetevano il temino scritto dagli autori (o chissà, dallo stesso Antonio Ricci) è stata per certi versi un'ennesima conferma, ma che tipo di programma è?

POLITICA
Mettere sotto la gogna degli insulti gratuiti l’eventuale avversario (del sultano), tempestandolo di pseduo-satira (vi ricordate il “fù fù” di D’alema che si soffiava sui pugni a guisa di tic?), emettendo una mole possente di denigrazione. Ad esempio i frequenti richiami a Cosa Nostra quando (giustamente^^) si parla dell’UDC; l’etichettatura a “comunisti” dei politici della sinistra; l’etichettatura a “sinistrorsi” dei giornalisti che lo criticano; o i frequenti accostamenti tra il fascismo e i vari politici di AN.
Parlare di Berlusconi è invece un ridurre tutto alla sua calvizia e alle sue donnine (con tanto di sigla finale in cui s’inneggia a “papi” e belzebù). I rapporti con Craxi, le sue esperienze con Mangano e Dell’Utri, non sono mai esistiti, e se per uno strano caso ne hanno parlato, il tutto s’è ridotto a un paio di volte in un ventennio di trasmissioni quotidiane. Insomma: mai citare i rapporti passati o presenti tra attività strane e Forza Italia. Altro punto dolente, il conflitto d’interessi: probabilmente, ancor più di Mangano e Dell’Utri (visto che è lì uno dei tarli maggiori di questa democrazia), il tabù deve rimanere celato (parlano tanto di Emilio Fede ma il TG5 o Matrix con le ricette di nonna pina non li toccano).

INFORMAZIONE
Trattare argomenti seri. Soprusi ambientali e sociali, raggiri e truffe: il frutto comunque di uno stato delle cose da sottosviluppati e incivili (alla faccia della civiltà “occidentale”). Certo!, è tutto bello. Ma considerando la periodicità di questi intermezzi d’informazione, alternati a donnine, trash televisivo, errori e papere, la zuppa si riduce a pochi spazi per volta. Questi pochi spazi servono per amplificare la risonanza di un determinato problema, per renderlo visibile a un grande numero di persone: un uso ammirevole del mezzo, ma che lascia il tempo che trova nel momento in cui si rimane in superficie, non si va a scavare nelle cause, il più delle volte collusioni varie, e rapporti ambigui tra istituzioni, cittadini e ambiti strani. Insomma: una volta su dieci diamo voce alle frustrazioni dei cittadini, ma non diciamo perché queste frustrazioni sono emerse. E anche quando lo si dice, sarebbe un po’ come svuotare in un laghetto un bicchiere d’acqua pulita col braccio sinistro, mentre col destro si continuano a buttare secchiate di merda.

VARIETA’-VERITA’-LOL?
Spesso ci si diverte anche. C’è pure quella vena di leggerezza che rende lo show guardabile nei momenti di relax, oppure mentre si mangia. Purtroppo, un po’ come per il discorso dell’informazione centellinata col contagocce, anche le risate sono rare, sembrano quelle a denti stretti della Settimana Enigmistica. Bisogna dire infatti che la professione di comico è diversa da quella di autore. Certamente gli autori di Striscia sono gente simpatica, con la verve creativa e divertente, ma tutto un altro discorso rispetto ai veri comici. Per non parlare della satira: sarebbe come paragonare il Po’ al Rio delle Amazzoni. Rimane, come suddetto, il velo della comicità, ma è così leggero da lasciare raramente il sorriso sulle facce delle persone anche dopo la sigla di chiusura. Insomma: i comici fanno i comici (alcuni satira, non a Zelig), gli autori fanno gli autori (pagati da Berlusconi&Co).