domenica 31 maggio 2009

G8 sicurezza: analisi

Ieri, al TG3, hanno parlato dell’incontro del G8 sulla sicurezza, tenutosi a Roma, e hanno esposto gli argomenti trattati: terrorismo, pirateria, immigrazione, sicurezza informatica e pedopornografia.
Se i volesse tentare un analisi di codesti argomenti, sotto una luce storica, razionale e mnemonica, ecco cosa verrebbe fuori.

Terrorismo: Nerone accusò i cristiani di aver incendiato Roma, e grazie a queste accuse ha potuto condurre un’efferata persecuzione verso la “nuova” fede. Con l’avvento del cristianesimo, nel periodo medioevale e post-medioevale, ci furono degli uomini che mettevano a repentaglio le “dinamiche sociali”: ovvero eretici e streghe. Grosse persecuzioni e roghi furono i risultati.
Poi, saltando nel millennio, ci si troverebbe in pieno ‘900, dove nella Germania nazista alcuni tedeschi spaccavano le vetrine dei negozi, anche grazie all’ausilio di bombe, e accusavano gli ebrei.
In seguito, nel nuovo millennio, grazie all’11 Settembre, sono state create delle guerre: quella in Iraq e quella in Afghanistan: zone di petrolio, gas, oleodotti e gasdotti.

Pirateria: la pirateria, essenzialmente quella somala, deriva da condizioni disperate di vita nelle coste del corno d’Africa: in teoria bisognerebbe spendere soldi per creare una condizione migliore nell’esistenza di migliaia di uomini. Sembra anche che le protezioni alle navi servano per reggere i traffici di petroliere, porta container e navi da crociera: insomma, il problema rimane come tutelare i propri business, non di certo la legalità.

Immigrazione: gli immigrati servono, sono fondamentali per un Europa, ma anche per un Italia, del futuro. Ma servono come schiavi, non come esseri umani e cittadini dotati di diritti e doveri, integrati nelle comunità, tutelati nella salute, nell’istruzione e nella sicurezza. La parola d’ordine sembrerebbe: chiudere le frontiere e lasciar entrare solo elementi utili per il lavoro forzato e sottopagato.

Informatica: tutelare le lobby. Far in modo che pochi cantanti e/o attori commerciali, pochi produttori e/o registi, possano ingrossarsi senza misura e senza contegno a discapito del libero scambio di contenuti multimediali. Far in modo che la cultura di massa (in perfetto stampo pseudo sovietico rivolto al consumismo liberal-economico) sia l’unica fonte di intrattenimento per popolazioni poco rivolte alla libertà di pensiero, e molto indirizzate verso un ignoranza atavica, e a una passività intellettuale derivante dal commercio dell’arte e della cultura.
Stretta e morsa su blog, forum e siti: ad esempio in Italia ci hanno provato tutti, da destra (D’Alia, UDC) a sinistra (Levi-Prodi), l’obiettivo sembra il cercare di metter bastoni tra le ruote al libero scambio di idee e pensieri, alla circolazione di informazioni.

Pedofilia: anche se sembrerebbero giuste attenzioni (come lo sarebbe anche il terrorismo), in realtà è un argomento che non viene trattato in maniera scientifica (psicoanalitica e sociale). Si tende a non distinguere, almeno dalle notizie dei media, chi produce materiale, chi lo detiene, chi lo diffonde, ecc… La pedofilia è certamente una condizione molto variegata, che ha che fare con la psiche umana, con la sua educazione, con la sua socialità: ecco perché c’è da domandarsi: ma i politici del G8 sono tutti psicologi, educatori e sociologi?

Ecco l’analisi. Ed ecco i lavori di alcune persone che vorrebbero realizzare un mondo in stile “1984” di George Orwell: ci provano sempre perché a loro conviene così. Ma ecco cosa si legge dal National Geographic di Giugno:

“L’aumento dei prezzi è il segnale più evidente del fatto che la domanda sta superando l’offerta, che insomma non c’è più cibo a sufficienza. E colpisce soprattutto i più poveri del pianeta, quel miliardo di persone che spende dal 50 al 70% del reddito per il cibo.”

giovedì 21 maggio 2009

Pubblicità FIAT, e le fabbriche di morte


Le pubblicità della Barilla sono sempre state un concentrato di patetici luoghi comuni e squallidi teatrini. Fenomeni socio-mediatici per eccellenza, ritraggono la solita famiglia felice che dovrebbe ammaliare il consumatore, dovrebbe farlo anelare ad acquistare prodotti mentalmente associati a un idea di felicità, sicurezza e benessere. Anche la FIAT s’è buttata in questo campo. E se da un lato, con l’Alfa Romeo, pubblicizza un modello di sportività, velocità, di forti accelerazioni ed emozioni (alla faccia della sicurezza e dell’ambiente), dall’altro, con la FIAT, propaga la famiglia felice attorniata da tanti bei “bimbi selezionati”, utilizzati come oggetti intorno ad una macchina “bella e pulita”, che fanno disegni e s’immaginano l’auto che “va doppia” (ancora non si capisce bene se abbiano utilizzato doppiatori adulti per far parlare i bambini). Questi sono i modelli pubblicitari più squallidi, patetici e meno creativi che possiamo trovare. C’è da dire che la multinazionale fabbrica torinese non è l’unica ad effettuare promozioni di questo tipo, ad utilizzare i bimbi, o a spingere sul pedale della famiglia felice, ma le ultime trovate dei pubblicitari, con la famosa canzone dello Zecchino d’Oro (Ci vuole un fiore di Sergio Endrigo), hanno raggiunto l’apogeo dello squallore pubblicitario, ecco perché vien da dire: chi si è fatto illudere da quelle promozioni è un patetico, o una vittima delle menzogne.
La FIAT, che nella pubblicità sfrutta i bimbi per la sua corsa all’ottimizzazione dei profitti, sarebbe veramente da condannare, così come sarebbero da condannare i loro prodotti di morte: sistemi di locomozione a combustione interna, e finché ci saranno motori a combustione interna, l’ambiente non sarà mai salvato. La combustione interna significa petrolio e gas: ovvero lobby, oleodotti, guerre e missioni di pace, sistemi autoritari e corruzione; e quando si propongono nuove alternative, come l’olio di colza, la popolazione, la terra, l’agricoltura, la fame, viene sminuita e violentata per far in modo che una massa informe di milioni di elementi, chi col SUV, chi con la Ferrari, chi con la Punto, possa scorrazzare felicemente e inconsapevolmente sporcando, sfruttando e distruggendo il mondo.
E che dire degli incidenti stradali? Si è mai vista una promozione pubblicitaria che si focalizzi principalmente sulle dimensioni ridotte (eccetto che per le city-car), sulle basse prestazioni o su motori placidi e tranquilli?
E per l’ambiente cosa hanno fatto le fabbriche d’auto? Oltre a spingere per costruire strade e autostrade, hanno mai spinto per la realizzazione di stazioni e ferrovie? Esistono pubblicità di auto che promuovono i mezzi pubblici o l’uso delle biciclette? Nessuna. I fabbricanti di auto promuovono solo la morte dei loro prodotti di morte, i loro beceri motori a combustione interna (sistema che risale a qualche secolo fa), le loro bugie e la loro cultura di distruzione e di perenne corsa ai CV e alla potenza: una cultura d’annientamento per le persone e per l’ambiente. Ecco perché, fin quando i costruttori di morte, tra cui FIAT, parleranno ancora di motori a combustione interna, di CV, di accelerazioni e velocità, di grandezza, bisogna considerare la loro filosofia, la loro vita, come una defecazione, un vomito che il progresso umano e scientifico hanno prodotto a discapito della vita, della terra, dell’ambiente.

martedì 19 maggio 2009

Chiambretti Night, Mills e Berlusconi


I problemi giudiziari di Silvio Berlusconi, relativi al caso e alla sentenza dell’avvocato Mills, non sono venuti come un qualcosa di inaspettato e improvviso, si conoscevano già con un margine d’anticipo. Naturalmente la macchina mediatico-propagandistica s’è subito messa in moto per aiutare, almeno nei concetti, il padre di Mediaset.
Il Chiambretti Night potrebbe essere il vincitore del premio “MDT, Migliore Defecazione Televisiva”. Di certo non è dovuto al fatto che ieri era presente Ricucci, che incarna il modello italiano proposto dal sovrano, ma essenzialmente per la qualità pessima di un prodotto che è una versione satirica e d’intrattenimento di Matrix, che a sua volta è la versione Mediaset di Porta a Porta. L’utilizzo di Ricucci, nel suddetto contenitore televisivo, è stato un modo per poter ricordare agli italiani un concetto molto semplice: “Gente furba che si vuole, o si è, arricchita: fate quello che volete! Finite pure in carcere! L’importante è che alla fine abbiate ancora i vostri milioni nascosti, e una gnocca sempre a fianco.” E in effetti, a fianco dell’ex “palazzinaro”, c’era la moglie fresca fresca di un calendario su Max, con tanto di foto con tette e chiappe da fuori.
Il Chiambretti Night è sempre stato propenso a diffondere i modelli berlusconiani: il suo programma è infatti pieno di veline, calciatori, e Vip televisivi. La scenografia suadente e moderna, le luci e le musiche, i temi trattati, e non per ultimo l’orario, lo destinano a un target di post adolescenti che hanno bisogno di sentirsi vivi con quella mandria di esseri che bazzica nello show, ovvero un teatrino della cultura moderna proposto anche da Ricci con la sua sequela di programmi: Striscia la Notizia, Veline, Scherzi a Parte, ecc… La diffusione della cultura berlusconiana-pidduista, italica-mafiosa e corrotta-sottosviluppata, avviene per modelli ben definiti, per linee guida da seguire e far seguire ai telespettatori. Era dunque logico che ieri ci sarebbe dovuto essere un milionario carico di vicende giudiziarie alle spalle, con una gnocca a fianco, e con un futuro di affari, barche, gite al billionere, ville, e tanto sollazzo. Bisognerebbe adesso considerare il sovrano, che non solo ha tutto questo, ma ha dalla sua un altro fattore molto semplice e al contempo rilevante, estraneo al “palazzinaro”, che tutti i leccapiedi e sottoposti ripetono nello stesso coro: le decine di magistrati che hanno indagato, o indagano, su di lui, sono tutti di sinistra.

mercoledì 13 maggio 2009

L'UDC, Casini e Berlusconi (PdL)


Ieri, a Ballarò, Di Pietro ha fatto delle dichiarazioni che raramente si possono ascoltare dai politici italiani, dichiarazioni che in tre parole portano alla luce la realtà dell’Italia, le ombre di Silvio Berlusconi. Per la precisione ha definito il suo modello come: “razzista, pidduista e fascista”. Probabilmente ci si sarebbe aspettati che gli uomini del sovrano, presenti alla trasmissione, fossero corsi immediatamente in soccorso del proprio leader, parandolo dalle accuse che l’ex PM rivolgeva con tanta disinvoltura e realismo, ma in realtà è intervenuto qualcun’altro, qualcuno che fino a un paio d’anni fa era culo e camicia (ovvero alleato) con l’attuale primo ministro, qualcuno che ha approvato, col suo partito, leggi ad personam, leggi razziste (come la Bossi-Fini), leggi liberticide. Se non ci fosse Casini nell’UDC, probabilmente quello strano partito, che un giorno sta a destra un altro a sinistra, non esisterebbe più. Casini è la faccia pulita dell’UDC, è il viso da bravo ragazzo che la casalinga di Voghera vorrebbe come vicino di casa, è la voce che il “family man” vorrebbe sentire per riempirsi di qualunquismo e buonismo (finalizzato al nulla).
Casini ieri è stato l’unico, visto che Cota e Quagliarello non avevano argomenti, a difendere concretamente Berlusconi e il sistema P2-Media-Politica da quegli attacchi. Attacchi fondamentali, critiche che fanno luce sulla vera forza del monarca. Non è facile che un politico se ne esca con la P2 o col paragonare lo spirito berlusconiano allo spirito razzista, così come non è facile sentire dai media la vera causa delle vittorie di quei personaggi al governo: ovvero il controllo dell’informazione, il lavaggio continuo dei cervelli per far largo ad una sottospecie di intrattenimento, i TG fatti di cronaca nera, gossip, ricette di nonna pina, viaggi e meteo. E se Di Pietro si era comunque limitato a dire che Berlusconi, oltre ad avere uno spirito fascista e razzista, controlla tv e giornali, il disappunto di Casini è servito per evidenziare una cosa sola: l’UDC fa finta opposizione, sembra far parte del gioco piduista e razzista che infanga l’Italia nel sottosviluppo, è un partito creato per poter fare (nelle speranze dei suoi creatori e iscritti) da ago della bilancia tra PD e PdL, acquisendo così tanto potere con poca fatica, che nella concretezza politica è rivolto e alleato al PdL.

Tattiche anti-DiPietro

Cota (Lega Nord) e Quagliarello (PdL) hanno mostrato chiaramente la tattica di difesa nei confronti di Di Pietro, o meglio: la tattica d’attacco. Per farsi un idea di quale metodologia sia più giusta nei confronti dell’ex PM, basta guardarsi e studiarsi Striscia la Notizia. In quel programma, non di rado, hanno deriso e canzonato Di Pietro affidandosi esclusivamente alla dialettica spartana, e spesso “mangia parole”, del leader dell’IdV.
Queste tattiche sono studiate a tavolino, ma è probabile che siano il frutto della spontaneità e della mancanza di argomenti da porre sul piano delle discussioni. Insultare, invece di rispondere con argomenti seri, è generalmente una tattica che il sovrano, e la sua schiera di sottoposti, utilizza per far fronte alle verità incontestabili che gli avversari politici (quando non sono collusi anch’essi) portano avanti nei dibattiti.
Di Pietro è l’unico politico, o quanto meno l’unico in tv, che in Italia, almeno per oggi, non sottovaluta la P2, e non di rado sciorina il problema del conflitto d’interessi, puntando il dito contro un’informazione malata e dei prodotti “culturali” proposti dai media per creare una massa informe di zombie, per pompare degli spauracchi ai quali gli zombie stessi posson aggrapparsi. Anche ieri, a Ballarò, i nostri amici del PdL, quando si sentivano le critiche serie, non si sono tirati indietro dall’accusare Di Pietro di utilizzare un incomprensibile “vocabolario di-pietrese”, di fare della caciara, di scherzare su argomenti seri, insomma: poiché non avevano argomenti per controbattere, l’unica tattica era quella del dileggio, dello schernire, dello sminuire le tesi dell’ex PM; una squallida messa in scena alla Striscia la Notizia, senza capo né coda; un teatrino che dimostrava, eccetto per chi ha pregiudizi, quanto le verità si combattono non tanto con le menzogne, ma quanto più con gli sberleffi e il dileggio.

giovedì 7 maggio 2009

La popolarità del sovrano

Nella repubblica delle banane, e non solo, i partiti più moralisti, quelli per la famiglia, contro le droghe, per la sicurezza, per il nazionalismo, coincidono coi partiti più sottosviluppati, più menzogneri: mafiosi, pregiudicati, collusi, affaristi, ignoranti e mal odoranti propagatori del nulla. La mandria continua a lavar cervelli attraverso i media con notizie inutili e poco importanti per il futuro.
Questo blog ha forse commesso l’errore di sottovalutare gli aspetti familiari del sultano, ha considerato poco produttive per il progresso delle notizie così, le ha criticate, anche quando venivano dalle cosiddette fonti d’opposizione. Tutta la stampa avversa al monarca, chi più chi meno, ha infatti colto la palla al balzo su questa faccenda, l’ha spinta, ne ha fatto un cavallo di battaglia per qualche giorno, al contrario dei cloni (TG1-TG5) che l’hanno sminuita e l’hanno in un certo modo censurata. Ma l’errore del non sottovalutare queste informazioni, può esser smentito da un paradigma molto semplice: agli italiani non interessano gli aspetti personali del re, lo giustificano, lo perdonano, agli italiani (ma non solo) interessano il calcio, le scommesse, le brum brum, e le gnocche mezze nude in tv alle otto di sera. Ecco perché è molto probabile che tutta questa storia, e può esser che questo blog sia stato nel giusto, non abbia scolpito minimamente la popolarità del sovrano, anzi!, è probabile che abbia addirittura aumentato i suoi consensi. Poi non ci si scordi il teatrino di Porta a Porta, dove Vespa ha subito accolto la propaganda del re attraverso quella nauseante ed inutile trasmissione (come d'altronde Matrix): tre ore in cui il gran monarca non solo ha scaricato le sue colpe sulla sinistra e sulla ex-moglie, robe da bambino di sei anni che incolpa gli altri delle sue marachelle, ha potuto anche sciorinare tutti gli argomenti che nell’oggi attirano popolarità: il terremoto, la febbre suina, la FIAT, gli interventi economici, insomma: propaganda allo stato puro, 100% totalitarismo mediatico (non c’era una controparte politica), delle immagini (a cui ormai siamo abituati) che ci si aspetterebbe di trovare in Nord Korea, non certo in Europa.
Europa, vecchia Europa. Modello per comunisti, extracomunitari, negri, rom, ebrei, musulmani, drogati e omosessuali. Il nuovi modelli, quelli che a cui maiali e cani anelano, sono Cina, Russia e Bush: mettetevelo bene in testa.

domenica 3 maggio 2009



I problemi di casa sultano interessano a tutti. Dopo che ci siamo sorbiti quella messa in scena della first lady che si lamenta del marito dongiovanni, adesso il divorzio è sulle prime pagine. Anche la cosiddetta informazione di sinistra (TG3 o Repubblica), che in realtà sono solo berlusconiane moderate, sta cavalcando quest’ennesimo episodio squallido e trash della vita pubblica italiana. Con poco rispetto per i propri utenti, i media devono instillare la loro piatta essenza di morte… morte cerebrale. Non si può sentire qualcosa di utile e fruttuoso per il progresso, critiche costruttive per produrre sviluppo, dobbiamo sorbirci le vicissitudini di veline e leccapiedi, di finte lamentele e finti divorzi. Tutti argomenti che, come Striscia la Notizia ci insegna, non fanno altro che rafforzare la popolarità del sultano, gli danno visibilità, lo portano, nel bene o nel male non ha importanza, sulla bocca di tutti gli italiani. Ma anche se non fossero tattiche pianificate e fosse tutto il frutto di una squallida realtà, ma che razza d’informazione è questa? Perché gli italiani devono sorbirsi questa specie di squallido gossip da fognatura? Perché deteriorare la dignità umana, l’intelligenza dell’homo sapiens? Chissà. La realtà comunque obbliga a distaccarsi da certe forme di bestialità mediatica, esige un discernimento tra ciò che può portare frutti maturi, a ciò che porta solo escrementi tossici.

Ancora maiali

I media che parlano di maiali sono qualcosa d’eccezionale. “Ma com’è possibile?”...potrebbe chiedersi qualche acuto osservatore. Com’è possibile accennare ai propri finanziatori ed editori? Com’è possibile che facciano luce sulle proprie guide? Su loro stessi? Infatti, come volevasi dimostrare, le maialate con cui stanno lavando cervelli in quest’ultimi tempi non sono altro che l’ennesima diarrea con cui vogliono condizionare i propri utenti. Per un giornale, per una tv, per una radio, nella maggior parte dei casi,l’importante non è produrre un’informazione di qualità, quindi scevra da ogni condizionamento nell’imposizione di bugie, spauracchi e lacune, l’importante è creare una massa informe pronta ad esser plasmata dalle zampe dei maiali.
Son passati ormai diversi giorni dall’esplosione dell’ipotetica pandemia, e fin ora solo un “occidentale” è morto: un bambino di pochi anni, e si sa che i più deboli fisicamente nel contrastare malattie e influenze sono purtroppo proprio anziani e bambini. Ancora oggi stanno cercando di diffondere varie notizie inutili e non hanno capito, o meglio, non vogliono far capire, che per adesso non ci sarà nessuna pandemia, nessuna epidemia si diffonderà nel momento in cui esiste un contrasto adeguato dal punto di vista sanitario. Avessero utilizzato il proprio tempo per dei servizi giornalistici su cause importanti, su problemi che provocano svariati morti per infarto o cancro, avessero realizzato reportage per inquadrare meglio la realtà degli incidenti stradali, ma nulla. Hanno solo sparato una sequela di defecazioni in perfetto stile suino, dimostrando l’ennesima volta che prodotti schifosi riescono a propinare, quanto i propri utenti siano, volenti o nolenti, una massa informe che predilige notizie inutili e sguazza nell’ignoranza, di come possano trascurare reportage e informazioni utili per il bene di tutti, a fronte di un porcile che accoglie amichevolmente chiunque possa portare latte e sterco alla fattoria.