martedì 28 aprile 2009

Uomini, maiali e media

Ecco un nuovo pericolo: per fortuna i media ci aiutano a capirlo e sconfiggerlo. Maiali, maialoni. No, non sono i maiali della fattoria patronale coi loro decerbrati cani da guardia, tutti quelli già li conosciamo, sappiamo quali prerogative hanno, quali danni operano. Questo pericolo riguarda i maiali cattivi che infettano l'uomo: quell’essere superiore. Ma come è possibile? I maiali, una specie così inferiore, che segue solo impulsi e istinti, che attua comportamenti offensivi verso gli elementi più deboli, quella specie aberrante che s'ingozza e pasce piacevolmente sollazzandosi nel fango, quella specie immonda che regola la propria socialità attraverso strutturazioni gerarchiche costantemente attive in ogni forma d’interazione con gli elementi della stessa specie, insomma: com’è possibile che dei maiali possano contagiare anche noi esseri perfetti?
Dopo l'aviaria, ecco la suina.
Avranno ragione i media a pompare a più non posso questa paura? Sicuramente si: i media hanno sempre ragione. E non bisogna dare retta se qualcuno dice che tutti gli italiani, e forse tutti i cittadini europei, hanno più probabilità di morire di cancro, o d’infarto, che non di influenza maiala. Ad esempio, solo in Italia, i 150 morti messicani s’ottengono in 10 giorni d'incidenti stradali: e non sono solamente neopatentati e guidatori sotto l'effetto di sostanze psicotrope, come dicono i media nella loro informazione suina, ma sono tutti coinvolti in questo gioco mortale, nessuno escluso. Tutte queste speculazioni sono però il frutto dei suini che operano contro gli uomini. Naturalmente ai maiali non interessano questi argomenti, non è una prerogativa creare auto leggere, sicure e più piccole: ai maiali interessa sguazzare nel fango, ingrossarsi a più non posso, e infettare noi esseri superiori. I maiali pensano di pensare. Non riescono a concepire e analizzare la realtà se non hanno una guida considerata più intelligente, un punto fermo al quale possono aggrappare i propri "processi logici". Creare prospettive più razionali e meno lesive nei confronti dell'ambiente e della sicurezza, fa parte, per fortuna, del DNA umano; fa parte di un gruppo di vertebrati che utilizza le proprie facoltà cerebrali seguendo le vie più floride, cercando di trovare un senso nelle dinamiche sociali, nei processi naturali. Ma i suini questo non lo sanno. I maiali sono così retrogradi nello sviluppo d’aggrapparsi e spendere tutta la propria vita seguendo delle luci colorate, son gioiosi e godono d’avanti a degli specchietti, a stento sanno chi sono. E' una parte della natura che, per loro sfortuna, non gusterà mai le prodezze del pupone, non troverà mai piacere nell'indossare allo zampone una struttura cristallina formata da atomi di carbonio, non si prostrerà nell’adulazione davanti una brum brum che da 0 a 100 arriva in 10 secondi: poveri pazzi, maiali pazzi. Nel mondo la stragrande maggioranza dei maiali segue le vie dell'irrazionalità, delle pulsioni, delle sovrastrutture mentali; sono costruttori di un mondo triste, un mondo bianco e nero, un mondo sporco simile a un deserto senza vita, un mondo peggiore basato sulle sopraffazioni e sulla forza fisica. Ecco perché il nostro futuro è contro i maiali. Sarà un futuro fatto di tanti bei gol, tanti bei TG e giornali, e tante belle brum brum che bruciano tra le proprie lamiere tanto buon carburante, che da 0 a 100 arrivano in 10 secondi, che superano i 200Km\h, che determinano lo status sociale, un po' come il pavone si differenzia a seconda della livrea del proprio piumaggio. E' questo il mondo che si sta preparando: un mondo nuovo.
Alla faccia dei maiali che sono inferiori a noi esseri umani.

giovedì 23 aprile 2009

Tutti per la sicurezza

Trattare la sicurezza, nell’aprile del 2009, è la cosa più facile che ci sia: basta fare leggi sempre più severe, e avere dei media che riescono a cogliere e a confluire le aspettative della gente. I maestri del nostro tempo, coloro che della giustizia ne hanno fatto un cavallo di battaglia, quelli che oggi incarnano lo spirito della prevenzione e dello sviluppo civile, sono i cinesi e gli iraniani. In quei posti, anche per un piccolo reato, si rischia grosso. Basta esser uno spacciatore d’eroina per finire con un fucile puntato dietro la nuca, basta aver avuto una relazione extraconiugale per aver una corda al collo. Non è facile costruire un mondo come quello cinese in cui tutti sono più sicuri, ma almeno qualcuno ci prova, anzi: ci provano tutti. Tutto il Parlamento ha votato favorevolmente al pacchetto sicurezza. Tutti i partiti del Parlamento fanno della sicurezza uno dei punti di battaglia. Ed è giusto: vogliamo arrivare ad esser una nazione sicura? O ci faremo invadere dalle barbarie? Beh, se i barbari fossero ancora quelli del nord bisognerebbe spalancare le porte e accogliere gli invasori a braccia aperte, ma purtroppo gli invasori mangiano spaghetti e parlano italiano, e hanno tutti un unico pallino: la sicurezza. E che sicurezza!
Avere un ampiezza di vedute lungimirante e dinamica, significa convogliare le proprie risorse essenzialmente in due campi distinti e congruenti: il presente e il futuro. Purtroppo la parola futuro è scomparsa dal vocabolario politico e mediatico, così come sono scomparsi altri termini: istruzione, salute, urbanistica, ambiente. Forse è anche un bene che si riducano le parole, così, invece di stare a sguazzare tra le chiacchiere, si può costruire qualcosa di realmente nuovo, qualcosa di più sicuro. Siamo infatti sicuri che per combattere i delinquenti bisogna prender a modello i cinesi e gli iraniani, e perché no, anche gli Stati Uniti: corruzione azzerata, crimine inesistente, città più sicure.
Ora, è certo che dei provvedimenti vanno presi, delle azioni di contrasto anche, coprire delle falle è doveroso per il fluire del tempo, e su questo non ci piove. Ciò che piove è invece un utilizzo becero e inutile dei temi importanti, un creare spauracchi, tensioni, e paure, un comportamento pericoloso e lesivo nei confronti del progresso, un modo semplicistico di fare le cose; tutti elementi che potrebbero produrre un minimo miglioramento delle condizioni sociali in un breve tempo, ma a lungo andare dove si arriva? Dove andrà a finire il paese? Ognuno è libero di far previsioni.

mercoledì 22 aprile 2009

Summit sul razzismo, o panegirico?

Perché l’hanno chiamato “summit sul razzismo” è un mistero. Avrebbero dovuto chiamarlo “summit pro Israele”, oppure “l’Iran è cattivo, Israele è buono”: certamente sarebbe stato più coerente con la realtà mediatica. E’ strano come in un vertice sul “razzismo” non si parli (i media non ne parlano…) di tolleranza, di non violenza, di pace, di sfruttamento, di prevaricazioni, di uguaglianza, ecc…, dei provvedimenti che si stanno prendendo.
A seguito delle esternazioni del leader iraniano, però, la discussione s’è spostata su Ahmadinejad, relegato, a torto o a ragione, dietro un muro d'ostruzionismo. Ma che senso può avere questo muro? Non sarebbe più logico stare a sentire le critiche, anche infuocate o sbagliate, e cercare di buttare acqua sul fuoco dividendo magari quel poco che è giusto dal quel tanto che è errato? Perché se è vero che l’olocausto sia stato una delle cose più abominevoli della storia dell’umanità, e chiunque lo nega non conosce la storia, è anche vero che c’è un “regime” di propaganda che è deviato in un'unica direzione, un regime che ha abbracciato ormai gran parte del mondo “occidentale”, un regime grazie al quale in pochi, interessati, conoscono la realtà di una terra che non è più di pace, giustizia e condivisione (sempre che lo sia mai stata), ma è di morte, sopraffazione: la legge del più forte ha la meglio, la legge del meglio armato è ancora all’ordine del giorno.
I media intanto ci fanno vedere quello che, nelle loro mire, è più efficace nel non permettere ai propri “utenti” di crearsi un opinione distaccata sugli eventi, di ragionare avendo delle basi solide di cultura, nozioni e discernimento; essi sono parte integrante, e specchio, di quella gente che si riunisce e possiede considerazione e stima esclusivamente nei confronti dei propri colleghi d’affari. Ma la storia è questa: surclassando il terremoto come argomento principe, il raduno sul razzismo è divenuto in breve un panegirico unico verso Israele (*), un attacco unico verso l’Iran: non di certo nei confronti del razzismo e dell’intolleranza, per non parlare dei temi trattati nell’incontro dell’ONU, i quali sono rimasti oscuri alla maggiorparte. Sarebbe inoltre da chiedersi, su quali basi Ahmadinejad avrebbe potuto attaccare verbalmente lo stato israeliano se in Terra Santa ci fosse stato un ambiente di tolleranza, di pace, di giustizia guidato da Israele, un ambiente in cui le prevaricazioni su base militare non fossero esistite, o quanto meno fossero state aliene alle decisioni di Tel Aviv, un luogo in cui la qualità della vita fosse stata garantita a tutti, un posto dove acqua, cibo, casa, sanità e istruzione fossero alla portata di tutti: ma nulla di tutto ciò! Ecco perché gli iraniani continuano ad esser brutti mentre gli israeliani sono buoni, i palestinesi sono terroristi mentre i coloni sono vittime: ha poca importanza poi la realtà delle cose, non ha senso stare farsi un opinione e informarsi da più fonti, l’importante è che la casalinga di Voghera, il manager di Vimercate, l’imprenditore di Varese, possano non accedere a spazi incontaminati nei propri meandri mentali, e siano relegati, nelle proprie conoscenze d’attualità, esclusivamente a quello che scrive il Corriere o a quello che si vede al TG1 (TG5): ovvero la voce dei soliti noti.


(*) Solo per aver nominato Israele, in un contesto del genere, tutto questo blog è d’ora in poi considerato “antisemita”…. un’assurdità, ma è così! …ROFL(?)
C’è da chiedersi, allora, perché tutti quelli che criticano il Vaticano (gli ultimi i belgi) non sono considerati dai “cristiani”, dai media, dai signorotti medioevali, come “anticristiani”, e nemmeno il Vaticano stesso s’è mai sognato, negli ultimi tempi, di definire ad alta voce come “anticristiani” coloro che criticano certe scelte socio-politiche.

giovedì 16 aprile 2009

Annozero: il punto della censura

Il punto.

RAI:
Hanno risposto prontamente alle lamentele dei loro politici, sospendendo Vauro per una vignetta, e costringendo Annozero a una puntata di scuse. Zavoli s’è mostrato di idee sicuramente più aperte, difendendo la libertà d’informazione e cercando di tamponare gli attacchi alla libertà di stampa: probabilmente è stato l’unico ad aver espresso posizioni civili.

PdL:
Tutti uniti contro la libertà, con critiche montate ad hoc e accuse che si ripetono dalla discesa in campo di un sovrano spalleggiato dal mostro mediatico di cui dispone: TV, quotidiani, settimanali e mensili, radio, siti web, e tanti preziosi doni che posson esser distribuiti a suo piacimento. Se non si facessero azioni di questo tipo (finte accuse, utilizzare spauracchi, far leva sull’ignoranza, distrbuire cariche e incarichi) non ci sarebbero nemmeno parlamentari di quello stampo.

PD:
Una parola sola: ambiguità inclinata in una direzione amena al PdL. Alcuni stanno apertamente dalla parte del PdL (anche in tanti dei passati e gratuiti attacchi a Santoro sono presenti elementi del PD), con dichiarazioni praticamente uguali ai vari Schifani e Fini; altri invece, come Franceschini, invitano alla prudenza e al non far prevalere, avendo giuste motivazioni, la pratica della censura su quella della critica. Altri ancora sono praticamente sulla stessa linea dell’IDV o della sinistra extra-parlamentare.

SINISTRA EXTRA-PARLAMENTARE:
Molti hanno manifestato davanti alla RAI, altri, che lì non erano, hanno espresso solidarietà a Santoro, e hanno preso posizione in favore della libertà di satira e d’informazione.

IDV:
La linea non è cambiata rispetto a prima, e rimangono gli unici parlamentari a opporre una chiara e limpida opposizione a quegli esseri curiosi che agiscono con un unico parametro: la forza dell’arroganza, la forza dell’ignoranza.

lunedì 13 aprile 2009

Terremoto: Santoro il cattivone

Periodicamente, con cadenze non programmatiche, il PD e il PdL devono attaccare e screditare Santoro e la sua trasmissione, a guisa che molta gente possa tenere nel proprio cervello un tarlo che stia a ricordarli quanto cattivo e brutto sia il conduttore di Annozero.
Annozero ha avuto il torto di porre critiche e di farsi domande, cose normali per una persona che la ragione ce l’ha per farla funzionare, ma non tanto per molti esseri che vedono il mondo come un continuo lavaggio del cervello in modo da creare una società non tanto dissimile da un branco d’animali, dove l’unico motore che fa ruotare gli ingranaggi sia un insieme di pulsioni e istinti finalizzati a una stagnazione di quella che è la normale evoluzione naturale dell’homo “sapiens”. I nostri amici anelavano a una trasmissione che avesse diffuso le normali immagini che continuano a propinarci i tg e giornali: ovvero crolli, tendopoli e sepolti vivi (situazioni identiche in tutti gli scenari ove avvengono i terremoti), ma il cattivone Santoro, quel mascalzone, distaccandosi dal canovaccio, ha mostrato scene mai apparse sui media: gente disperata che pronuncia invettive contro politici e costruttori, critiche (costruttive) sull’andamento e lo studio dei soccorsi, ecc…, tutte cose che fanno luce sul alcune verità che per molte persone attualmente parlamentari (eccetto per Di Pietro), sono inimmaginabili, come a dire: “ma è possibile che la gente si faccia un’idea più chiara su certi aspetti?” Evidentemente no.
A queste critiche dei due partiti sono seguite quelle della direzione RAI: indovina un po’ che fantasia! Ma c’è ancora qualcuno che vede gli alti dirigenti RAI come avulsi al gioco dei due partiti? C’è qualcuno che ancora non si sia reso conto di come Mediaset e RAI, eccetto per casi come Report, Annozero o Blob, siano ormai cloni di se stessi? Qualcuno nota delle differenze tra i vari tg? In attesa di risposte ci sarà d’aspettare anche per un nuovo attacco a Santoro, che di sicuro non tarderà. Ormai è palese che la strategia è quella: ci si può non far caso una volta, due, tre, anche quattro, ma alla quinta volta, avendo giocato sempre con le stesse carte, è chiara l’intenzionalità e la volontà di voler colpire il giornalista e la sua trasmissione, è chiaro che gli unici argomenti per il terremoto, rimanendo nell’attualità, dovranno essere conformi allo spirito della cronaca nera: distruzione, morti, tendopoli ed eroici soccorsi. Ogni forma di critica, o utilizzo indipendente delle facoltà intellettive, non è tollerato.


PS
Dopo aver effettuato l’integrazione Pasqua e terremoto, ecco oggi l’integrazione meteo-pasquetta-terremoto.

domenica 12 aprile 2009

L'integrazione Pasqua-terremoto

I media ufficiali, quelli delle lobby economiche e dei politici, considerano non di rado i propri utenti come una massa di cerebrolesi da prendere per il culo con servizi e disinformazioni per ritardati. Oggi hanno dato il solito spettacolo unendo due argomenti principe nella cerebrolesione attuale: Pasqua e il terremoto, la prevedibile integrazione tra le due notizie. Ora, Pasqua s’è presentata con la consueta messa papale da S.Pietro (tutti gli anni è la notizia principale, come se la gente non sapesse che in quel giorno si festeggia una data particolare), ma unirla con i soliti servizi sul traffico, con le vacanze degli italiani, col pranzone pasquale (tutte news che comunque i media c’hanno dato ugualmente) poteva disturbare di fronte all’effetto tragedia provocato dal terremoto, ecco dunque il lampo di genio(?): integriamo i due fatti (cosa che avviene regolarmente in tali rare occasioni), ecco dunque che la notizia s’è tramutata in “Pasqua e terremotati”, o “il Papa a Roma, i terremotati in Abruzzo”.
La prevedibilità dei media ufficiali è sempre uguale a se stessa, l’importante è creare degli utenti che non abbiano capacità cognitive, che non abbiano le risorse per poter discernere ciò che è importante da ciò che in realtà non lo è. Non è facile e nessuno si può dire omnisciente, ma se ragionassimo su alcune notizie standard ripetute ciclicamente, come ad esempio Natale, le vacanze estive e pasquali, il traffico, ecc…, e su alcune altre che vengono spinte come drogaggio diarreoso nei cervelli della gente, tipo la cronaca nera, il gossisp, lo sport, il meteo e le ricette, ci renderemmo conto che basterebbe non lasciar andar via la memoria ricordandoci invece che una determinata notizia è sempre uguale da decine d’anni, oppure che un determinato argomento riguarda poche persone, o ancora che certe manifestazioni non portano a un progresso globale e a una evoluzione, ma bensì fanno regredire tanti a uno stato elementare nell’utilizzo delle facoltà mentali.
L’integrazione Pasqua-terremoto ci dimostra, dunque, come una buona percentuale di notizie, e una buona parte nella quantità della cosiddetta informazione, risulta scontata e quindi di poco conto, che i media palesemente ingannano e rimbambiscono i propri telespettatori, e che la ciclicità nel lavaggio cerebrale è un fattore di determinante importanza, e che senza i vari Natale, Pasqua, ferragosto, estate, traffico, vacanze, inverno, ecc…, le notizie si ridurrebbero esclusivamente alla cronaca nera, il gossip, lo sport e il meteo, per tutto l’anno, trecentosessantacinque giorni: almeno così posson variare.

mercoledì 8 aprile 2009

Abruzzo: no agli aiuti!

Berlusconi che rifiuta gli aiuti internazionali per il terremoto in Abruzzo, sembra ricordare la giunta birmana che in conseguenza del ciclone Nargis rifiutò ogni forma d’aiuti internazionali. Queste mosse non nascondono altro che un livello umano non tanto dissimile dai primi ominidi che realizzavano utensili e si nascondevano nelle caverne, protette dalle bestie feroci con focolari posti innanzi l’ingresso del rifugio.
Accettare gli aiuti non è un segno di debolezza, anzi! E’ qualcosa di molto nobile e costruttivo. Perché se oggi siamo noi ad essere aiutati, domani potranno essere i nostri soccorritori ad aver bisogno del nostro aiuto, venendosi così a creare delle relazioni intense e non superficiali tra popoli e nazioni, un sistema di amicizie che prescinde le normali relazioni governative che si basano generalmente sull’economia e le guerre. Ma il premier ha rifiutato, volendo sfruttare ogni minima occasione per diffondere la sua becera propaganda: “gli italiani sono forti, non hanno bisogno d’aiuti”, sembrava ricordarci una frase di quel tipo. Che squallore! Fare elemosina coi soldi degli altri. Perché solo di questo si tratta: avrà dato in beneficenza almeno un milione tra tutti i suoi miliardi di euro? Oppure gli aiuti sono solo quelli dei comuni cittadini che senza garanzie di trasparenza e onestà hanno regalato tramite SMS qualche euro? Verrebbe quasi da dire: “non fate donazioni!, se la vedesse il governo visto che non vuole gli aiuti internazionali”, ma sappiamo tutti quanto in realtà anche gli aiuti dei singoli SMS siano fondamentali, e siano un gesto degno di rispetto. Intanto fuori e dentro le mediatiche sponde continua la giostra delle presenze: Maroni, La Russa, persino la Carfagna (ringraziamo Porta a Porta per averci dato l’opportunità d’aver appreso che anche l’ex show girl s’è impegnata), e chi più ne ha più ne metta.
Il rifiuto degli aiuti però è indicatore di un altro obiettivo: ovvero creare stati chiusi, nazioni chiuse, popolazioni chiuse. Il modello cinese, birmano, russo, e di altri, è esattamente quello: fare in modo che gli unici affari internazionali siano relegati ai soli commerci di organi umani, schiavi, risorse e armi. In più non bisogna sottovalutare come la negazione degli aiuti arriva sull’onda del comportamento allucinante nei confronti della Merkel (la Germania) e degli altri G18 (la famosa attesa nella foto di gruppo): delle gesta chiare e limpide, una dimostrazione di come gli unici modelli possibili sono la chiusura e la blindatura del Paese nei confronti degli altri stati (generalmente verso i più civili e avanzati del nostro, quelli in via di sviluppo invece sono i benvenuti al tavolo delle discussioni: c’è sempre qualcosa di nuovo da imparare), un sistema di cose in cui ognuno si lava i panni sporchi in casa nascondendo agli altri le peggiori nefandezze, riducendo le nazioni ad agglomerati di schiavi sotto la guida, pregna d’istinti e pulsioni, di esseri per certi versi privi delle “normali” cognizioni “umane”.

lunedì 6 aprile 2009

Terremoto: una ghiotta occasione?

Ecco un’occasione ghiotta, ecco un evento da coglier al volo. Poco importa se ci sono 10, 20, 40 morti, l’importante è mettersi in mostra. E quindi diamo spazio alla grande giostra dei nostri eroi: visir, ciambellani, giullari, tutti i sudditi del re si mobilitano per mettersi in mostra e farsi vedere. E anche il sultano, nelle sue magnifiche vesti, è pronto a dirigersi verso le zone più colpite: tra scorte e corteo è difficile immaginare che confusione creerà in quelle aree semi-distrutte. Speriamo almeno che i vari governatori e signori del sovrano, nelle loro fortezze possano ospitare agevolmente la nobiltà regale con tutta la scorta di fedeli e membri di corte diretti in Abruzzo.
Per i media è poi una manna piovuta dal cielo: non avranno molto da fare per filtrare e far cernita di notizie inutili (un lavoro che impegna tempo e persone), potranno direttamente sparare quello che vogliono ancora per almeno una settimana, facendo il bollettino dei dispersi e dicendoci quali politicanti si sono diretti nelle zone terremotate, o facendoci sapere come sono bravi quelli della protezione civile.
Comunque per adesso, a poche ore dall’accaduto, è pur logico, e giusto, aspettarsi cronache di questo tipo, ma tra qualche ora? Oppure (cosa improbabile che è pure in contraddittorio con quanto su detto) domani sarà già una notizia da secondo piano? Chissà! Ma una cosa è certa: non verranno trattati temi che riguardano la gestione della sicurezza edile, sia pubblica che privata; oppure sarà questo un argomento appena lambito da qualche pazzo, che dopo una bella strigliata dalla redazione ritornerà a farci la cronaca di quanto sono bravi i nostri politici. Il terremoto è un evento catastrofico, che non conosce distinzioni di razza, classe, età e sesso, colpisce e basta: se stai in un luogo sicuro ti salvi, se stai in un edificio vecchio e instabile farai parte delle macerie; l’unica sicurezza possibile è la conoscenza delle attività geologiche, lo studio e la realizzazione di edifici antisismici, l’ammodernamento strutturale di palazzi e case, tutto il resto è solo la normale e naturale conseguenza del tremore e dei sussulti della superficie terrestre: fenomeni che avvengono probabilmente da qualche miliardo d’anni…


domenica 5 aprile 2009

Media e Gx (2 < x < 557)

Quando si riuniscono in vari Gx (x= 2,4,6,8,10,…,20,…) la situazione mediatica, il clima che si respira, è lo stesso, o quanto meno molto simile, a quello percepito durante le cronache dell’informazione riguardante il Tibet: i cinesi hanno copiato anche questo. Tibetani e “no-global”, nell’accezione comune del ritardo e dell’insufficienza, sono: facinorosi, pericolosi, sobillatori, violenti, terroristi e “inconsapevoli”.
Quando negli anni ’90 s’è rafforzato ed esteso un movimento trasversale di “consapevolezza” globale, chi non gradisce le libertà ed è legato a strutture fisse o dinamicamente stagnanti a guisa di branco, ha capito che non era il caso che questi pseudo-rivoluzionari continuassero a diffondere delle idee così pazzesche (l’evoluzione fa paura a chi non è in grado di accoglierla e capirla). Nuove idee, nuove istanze, nuove soluzioni, nuove “giustizie”, si diffondevano senza controllo andando ad abbracciare le più diverse tipologie di persone: cristiani, induisti, europei, americani, africani, boyscout, squatter, anarchici, missionari, monaci, suore, gruppi ambientalisti, movimenti per i diritti umani, medici, ingegneri, psicologi, operatori sociali, giovani, grandi, vecchi, ecc…, ecc…, insomma: si stava allargando a macchia d’olio, tanto che per poco non si sarebbe diffusa anche a quella fascia di popolazione che restringe il campo dei propri interessi solamente a pochi elementi immediatamente prossimi, e che fa un utilizzo dei media, nuovi e vecchi, ristretto a pochi argomenti: le ricette di nonna Pina, il meteo, il campionato, il grande fratello, qualche filmetto da quattro soldi, psicofarmaci, superalcolici e vino, la disco e i fatti di cronaca rosa e nera. Quando nel 2001 si è arrivati all’incontro di Genova, centinaia di migliaia di persone da tutto il mondo hanno riempito la città. Riunire il G8 a Genova è stata una coincidenza o una scelta oculata: sta di fatto che un governo improntato al sottosviluppo, una nazione quasi per niente “europeizzata”, si sarebbe dovuto occupare di “tenere a bada” quell’onda gigantesca e, considerando questo substrato, quale occasione migliore per una gestione barbarica e incivile delle manifestazioni? Perché non demonizzare e creare spauracchi? Quale miglior modo di accusare, pestare e sequestrare migliaia d’innocenti a causa di quattro “scoppiati” distruggi-vetrine? Comunque, volenti o nolenti, il risultato è stato uno solo: dal 2001, infatti, ogni volta che i media (compresi i cosiddetti di sinistra tipo Tg3 o Repubblica) trattano di manifestazioni “anti” G7, G8 o G20, (ecc…) fanno leva essenzialmente sul discorso “violenza” e disordini, senza scrivere nemmeno un’acca sul perché quella gente protesta. Certo!, qualche esagitato davvero infrange vetrine (che per una banca sono a costo zero in rapporto al fatturato) o tira pietre alle forze dell’ordine, ma rimangono sempre quattro gatti rispetto al resto dei manifestanti, e anche quando sono in tanti, come purtroppo sta succedendo negli ultimi anni, nessuno mai s’è preso la briga di informare sul motivo di tanta violenza, sulle cause di tanta esasperazione.
Dopo un paio di mesi da Genova, è arrivato l’11 settembre. Su quell’avvenimento Michael Moore ha realizzato un bel film-documentario che cerca di far luce su tanti aspetti scuri che i media zerbinanti e compromessi hanno naturalmente occultato, o hanno lasciato in secondo piano dando spazio solo alle “nozioni” che tanti politicanti sparavano, e sparano ancora. Ed anche in questo caso il risultato è stato uno solo: un nuovo e vecchio spauracchio da combattere, un nuovo nemico che catalizzerà l’attenzione delle masse, un nuovo motivo per far guerre, un occasione per Bush di aprire nuove vie per il petrolio, il gas e il controllo del Medio Oriente: elementi di cui la casalinga di Voghera non sentirà mai parlare.
Comunque, anche tralasciando gli aspetti poco chiari sul modello di Nerone che incendiò Roma accusando i cristiani, oppure su infiltrati che son pagati per esagitare le folle e far saltare vetrine dando la colpa agli ebrei, il risultato è stato buono, la sua efficacia continua a lavar cervelli in giro per il mondo, e il gossip e il grande fratello resteranno ancora fortunatamente in auge. Negli occhi della “casalinga” poche cose saranno impresse, pochi elementi filtrati ad hoc riusciranno a colpire la sua attenzione. Un filtraggio continuo, un’inutile cronaca di guerriglia in cui i “buoni e i cattivi” sono sempre gli stessi, in cui le dinamiche coinvolgono solo degli “spacca-vetrine” con volto coperto e dei poliziotti in super tenuta tecnica anti-sommossa, in cui degli eroi “illuminati” s’impegnano a trovare soluzioni mentre fuori degli sconclusionati fanno solo caos e caciara. Quest’informazione, come già detto sopra, è molto simile a quella che utilizza la Cina nei confronti dei monaci, e non solo, tibetani: chi scende in piazza è un violento, è pericoloso, spacca tutto, tira oggetti alle forze dell’ordine, e rimangono quattro gatti che non porteranno altro che idee cattive. Ma perché protestano, perché scendono in piazza, ha poca importanza: le uniche argomentazioni possibili, quelle che arriveranno alla casalinga di Voghera, sono l’eco delle parole di quelli che si riuniscono nei palazzi blindati a poche centinaia di metri dai dimostranti “terroristi”; le problematiche che in tanti denunciano non son altro che “pensieri” di facinorosi senza senso: ecco perché i media ci aiutano nel filtraggio fornendoci solo le informazioni relative allo sfascio delle vetrine, e a dirci quanto sono stati violenti, o quanto non lo sono stati, i manifestanti.

"Mr. Obamaa..."


Forse quella risulta la scena più comica negli ultimi tempi. Uno show unico e irripetibile. “Mr Obamaa! Mr Obamaa!” quanto a lungo ci ricorderemo di questa gag? Non ci voleva nemmeno tanto a capire che nella classifica di “Vota Antonio” ha surclassato la concorrenza salendo immediatamente ai primi posti. Certo!, qualcuno potrà obbiettare che anche Mrs. Obama ha infranto la “netiquette” ponendo con un gesto affettuoso un braccio sulla divina schiena imperiale, ma la naturalezza e la gentilezza con cui l’ha fatto non sono certo paragonabili a un urlo sguaiato in mezzo alla discrezione e al vociare leggero che probabilmente si respirava in quelle stanze.
Per fortuna non si può dire che sia il classico esempio di “italianismo” cafone sulla scia di “pizza, mafia e mandolino”, in quanto l’educazione e l’autocontrollo sono un qualcosa di trasversale a tutto il genere umano. No!, lì si trattava solamente di uno dei personaggi più incredibili degli ultimi decenni, che non poteva non scegliere (sempre che l’abbia scelto) di realizzare una delle scenette più divertenti degli ultimi anni: di gran lunga meglio del “cucù” alla Merkel. Se a ogni raduno potessimo godere di tanto gaudio, sicuramente in molti auspicherebbero randevù e meeting più di frequente, cercando di far incontrare almeno tre persone fisse alla vola: la regina d’Inghilterra, il capellone d’Italia, e naturalmente “Mr. Obamaa”.